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Cessione multipla dei crediti edilizi fino al 17 febbraio

di Alessandra Gualtieri

7 Febbraio 2022 10:00

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Dal 17 febbraio divieto di cessione multipla dei crediti d'imposta, comunicazioni per operazioni transitorie fino al 16 febbraio, si fermano gli operatori.

Il decreto Sostegni-ter ha eliminato la possibilità di cessioni del credito d’imposta multiple (successive alla prima) per il Superbonus e gli altri bonus edilizi, tanto per il cedente quanto per il cessionario. L’impresa che ha effettuato la sconto in fattura, ad esempio, potrà cedere una volta sola il credito a un operatore (a una banca o ad altro soggetto), che tuttavia non potrà a sua volta ricederlo. Con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, si estende però il periodo transitorio per l’invio delle comunicazioni delle cessioni con le precedenti regole, che scade pertanto il 16 febbraio. In pratica, la cessione dei bonus edilizi può essere esercitata ulteriormente fino al 17 febbraio.

Proroga cessioni multiple

Con provvedimento del 4 febbraio, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha disposto la proroga al 17 febbraio l’abolizione della cessione multipla dei crediti fiscali in caso di detrazioni per interventi edilizi. Per gli interventi finalizzati al superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche, il termine è slittato al 7 marzo.

Stop compravendita crediti

Con questa nuova procedura, di fatto, si vieta la compravendita dei crediti, con la conseguenza che diversi operatori sono costretti a sospendere le attività. Un esempio per tutti: Poste Italiane, che dal 4 febbraio ha sospeso l’operatività della sua piattaforma di acquisto crediti in attesa di approfondire la questione. Restano invece in piedi le attività degli intermediari finanziari, ne non rappresentano “un passaggio” in più.

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In generale, la misura è volta a scongiurare frodi e truffe, che nell’ultimo anno si sono moltiplicate. Tuttavia, le continue incertezze normative dovute ai repentini mutamenti legislativi, e le limitazioni imposte per le future attività, condizionano non poco i piani di investimento degli operatori, a discapito delle imprese edili ed in ultima battuta dei proprietari di immobili, che si stanno vedendo tante porte sbarrate nel dubbio di non riuscire a portare a termine un investimento sicuro e profittevole, pur nella massima trasparenza e legalità.

Di fatto, il blocco dei grandi acquirenti di crediti d’imposta, come Poste ma anche Cdp (Cassa depositi e prestiti), sta generando effetti significativi sul finanziamento bancario (sospensione acquisto crediti dalle grandi banche che si appoggiano a piattaforma di altro istituto controllato, blocco del mercato secondario dei crediti e inoperatività delle banche minori) oltre che su quello delle costruzioni (blocco cantieri, contratti e forniture), dove sono a rischio di congelamento anche molte assunzioni previste nel corso dell’anno.

Blocco cantieri

Le imprese del settore, come da immaginarsi, sono in rivolta. Tra l’altro, si segnala un intervento del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha definito urgente e improcrastinabile inserire per le aziende che realizzano gli interventi edilizi agevolati un obbligo di applicazione dei contratti collettivi di settore ed il rispetto di tutte le regole di sicurezza sul lavoro. Nulla di nuovo, sia ben chiaro, ma un orientamento di Governo che conferma la volotà di agire più che altro su questo fronte invece di valutare un passo indietro o una qualche forma di flessibilità nella procedura di cessione dei crediti che permetta di monetizzare i crediti in maniera sostenibile e gestibile.

Le soluzioni possibili

Non si arrendono tuttavia né le forze politiche né le associazioni di categoria, che spingono per un intervento normativo tramite emendamento al Sostegni-ter che ripristini in qualche modo la situazione precedente (per consentire ulteriori cessioni verso istituti di credito e altri soggetti vigilati da Banca d’Italia), agendo su altri fronti per evitare le frodi.