Sono in crescita le imprese italiane che si trovano in uno stato di sofferenza economica, poco meno di 176.400 realtà in difficoltà che sono state segnalate come insolventi dagli intermediari finanziari alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia. Ad aggravare la situazione già critica per molte aziende, sono anche le scadenze fiscali. Una situazione che contribuisce a spingere molti imprenditori in difficoltà economica verso usurai e organizzazioni criminali, con l’obiettivo di acquisire la liquidità necessaria per onorare i versamenti.
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Rischio usura
L’allarme arriva dalla CGIA di Mestre, che sottolinea come per queste imprese sia impossibile accedere ai prestiti erogati dai canali finanziari tradizionali e legali, aumentando il rischio di usura. Nel 2020, tra tutti i reati contro il patrimonio, le denunce per usura e le truffe sono state le uniche a registrare una variazione positiva.
Analizzando i dati territoriali, secondo la CGIA sono Roma, Milano, Napoli e Torino le realtà maggiormente in difficoltà, dove le imprese non riescono ad accedere agli strumenti pubblici messi in campo dai decreti “Cura Italia” e “Decreto Liquidità”, ossia “Garanzia Italia”per i finanziamenti garantiti da SACE ed il Fondo di Garanzia per le PMI, che eroga anche i piccoli prestiti fino a 30mila euro.
Finanziamenti per imprese in crisi
Per evitare che la platea delle imprese in difficoltà aumenti, la CGIA esorta il Governo Draghi a potenziare le risorse a disposizione del “Fondo di prevenzione dell’usura”, offrendo sostegno alle banche per supportare le piccole imprese. Le società non finanziarie e le famiglie produttrici che sono state segnalate come insolventi dagli intermediari finanziari alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia, infatti, non possono accedere ad alcun prestito erogato dal canale finanziario legale. Il Fondo di prevenzione dell’usura consente loro di accedere a canali di finanziamento legali, attraverso due tipi di contribuzione: la prima tramite i Confidi a garanzia dei finanziamenti concessi dalle banche; la seconda tramite fondazioni o associazioni contro l’usura riconosciute dal MEF.
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Imprese insolventi: dove sono
A livello provinciale, il numero più elevato di imprese segnalate come insolventi opera nelle grandi aree metropolitane. I dati rilevati al 31 marzo scorso mostrano Roma al primo posto con 13.310 aziende, seguita da Milano con 9.931, Napoli con 8.159, Torino con 6.297, Firenze con 4.278 e Brescia con 3.444.
Le regioni del Sud contano complessivamente 57.992 aziende in sofferenza (pari al 32,9 % del totale). Al Centro sono 44.854 imprese (25,4%), al Nordovest 43.457 (24,6%) e infine al Nordest 30.070 (17%).