La pandemia da Coronavirus e i lockdown che essa ha imposto hanno messo a dura prova famiglie, imprese e professionisti di tutti i settori, anche quello immobiliare, con invevitabili ripercussioni anche per il mercato dei mutui. Il 2020 è stato un anno nero per le compravendite immobiliari, con un calo di circa il -20% sul 2019 (circa 100mila compravendite in meno). Nonostante questo per i mutui i tassi sono rimasti favorevoli, ai minimi storici, e il comparto creditizio ha risposto bene, soprattutto grazie alle surroghe. Vediamo, in dettaglio, quale è stato l’impatto del Covid-19 sul mercato dei mutui.
Mutui: l’impatto del Covid
Secondo i dati della Banca d’Italia nel primo semestre 2020 le operazioni di surroga dei mutui sono cresciute del +218% rispetto al primo semestre del 2019. In questo modo gli italiani sono riusciti a bloccare la rata del mutuo ad un tasso di interesse speso anche inferiore all’1%. Basti pensare che l’Euribor, parametro di riferimento dei mutui a tasso variabile, nel 2020 è calato in media di 18 punti base. L’Eurirs, l’indice di riferimento dei mutui a tasso fisso, da inizio anno è diminuito in media di circa mezzo punto percentuale, tenendo conto di una durata da 5 a 30 anni. Ecco perché tantissimi italiani sono andati verso il tasso fisso (90% nel primo semestre 2021, contro il 61% del 2019).
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La pandemia ha modificato anche le preferenze degli italiani in termini di acquisto di immobili, per lo più influenzate dalla necessità di non dare fondo a tutti i propri risparmi, non solo per quanto concerne le metrature, ma anche per quanto riguarda la scelta di chiedere finanziamenti di importo più elevato, a copertura di una maggiore percentuale dell’importo dovuto per l’acquisto dell’immobile.
Solitamente eravamo abituati a pensare ad una percentuale massima finanziabile tramite mutuo ipotecario pari all’80% del valore commerciale dell’immobile, ma oltre alle agevolazioni prima casa per le giovani coppie, che consentono di accendere un mutuo pari al 100% del prezzo pagato per la casa, sono numerose le banche che, dato il momento storico, hanno rimosso questa barriera e stanno concedendo mutui con richieste di importo fino al 90-95% o anche 100% del valore dell’immobile.
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Secondo l’Osservatorio Mutui di ABI sul trend delle richieste di finanziamento:
- nei primi 9 mesi del 2020 la durata media del mutuo è stata pari a 24,7 anni, in lieve diminuzione rispetto allo scorso anno;
- l’importo medio di mutuo concesso dalle banche è stato di 136.630 euro (+5,8%);
- nell’87,6% dei casi si è trattato di mutui per l’acquisto della prima casa;
- nel 2,3% dei casi i mutui erano finalizzati all’acquisto della seconda abitazione;
- l’età media dei richiedenti è stata di 39,9 anni;
- la fascia 18-44 anni rappresenta la maggioranza dei nuovi mutuatari con il 58,8%;
- a sottoscrivere mutui sono stati soprattutto cittadini italiani (77,7%, contro un 12,8% di cittadini europei e un 8,9% di cittadini extra-europei).
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In generale Gli istituti hanno erogato i mutui con tempi più lunghi rispetto alla media a causa delle attività per la riorganizzazione delle strutture nel rispetto delle norme anti Covid-19. Un altro effetto collaterale dell’emergenza Coronavirus è l’aumento delle richieste di mutui costruzione o mutui ristrutturazione. A spingerli sono le detrazioni fiscali che, per dare stimolo al settore e aiutare i contribuenti in questo periodo di difficile congiuntura economica dovuta al Covid-19, sono state innalzate al 110% con il Superbonus, in caso di interventi antisismici e/o legati all’efficienza energetica e all’installazione di impianti fotovoltaici.
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In aumento anche gli acquirenti che, avendo bisogno di un mutuo al 100%, o quasi, si affidano alla cessione del quinto dello stipendio/pensione.