Anche nel Decreto Agosto ci sono contributi a fondo perduto per le PMI, dopo quelli del dl Rilancio, ma limitati a situazioni molto specifiche: i ristoranti che acquistano prodotti del territorio, i commercianti dei centri storici.
Nel primo caso (ristoratori) l’entità del contributo sarà determinata da decreto attuativo, nel secondo (esercenti ne centri storici), la somma dipende dalla differenza di fatturato fra giugno 2019 e 2020 e dai ricavi annui dell’impresa.
Vediamo nel dettaglio tutte le regole previste dalla normativa.
Bonus ristorazione
Il contributo è disciplinato dall’articolo 58 del dl 104/2020. I beneficiari sono ristoranti, mense e catering continuativo su base contrattuale (codici ATECO prevalente 56.10.11, 56.29.10 e 56.29.20), con un calo del fatturato da marzo a giugno 2020 pari almeno al 25% rispetto allo stesso periodo del 2019, requisito non richiesto però ai soggetti che hanno iniziato l’attività a partire dal primo gennaio 2019.
A giorni arriverà in Gazzetta Ufficiale la correzione del Comma 2, Articolo 58 (Capo VI “Sostegno e rilancio dell’economia”) del decreto, dopo di che la disposizione sarà immediatamente efficace, senza attendere la conversione del Decreto Legge.
La sovvenzione riguarda esclusivamente l’acquisto di prodotti di filiere agricole e alimentari (compresi vitivinicoli), anche DOP e IGP, valorizzando la materia prima di territorio. Quindi, in termini molto semplici, si tratta di un contributo destinato alle attività di ristorazione che hanno subito la perdita di fatturato a causa del lockdown e dell’impatto del Coronavirus per acquistare prodotti Made in Italy. (plafond 600 milioni di euro).
Non si conosce ancora la somma che i ristoratori possono chiedere, si attende un DM delle Politiche agricole entro metà settembre (30 giorni dall’entrata in vigore del decreto Agosto), che fisserà criteri, modalità di richiesta e ammontare del contributo. Che è a fondo perduto (quindi non va restituito) e non concorre alla formazione del reddito.
Per ottenerlo bisogna presentare domanda. In attesa delle istruzioni, ecco le regole di fondo: l’istanza si presenta digitalmente, attraverso apposita piattaforma a cui bisogna iscriversi oppure allo sportello dei concessionari convenzionati (che verranno selezionati dal Ministero); il versamento avverrà in due tranche, di cui il 90% subito e il restante 10% dietro presentazione di quietanza di pagamento.
Bonus Centri storici
La norma che invece riguarda gli esercenti dei centri storici è contenuta nell’articolo 59. I comuni in cui si trova l’attività beneficiaria del contributo a fondo perduto devono aver le seguenti caratteristiche:
- capoluoghi di provincia con presenza di turisti almeno tre volte superiore al numero dei residenti,
- città metropolitane, con numero di turisti in numero pari o superiore a quello dei residenti.
Attenzione: fanno eccezione i soggetti che svolgono autoservizi di trasporto pubblico non di linea, per i quali l’ambito territoriale è riferito all’intero territorio comunale.
Anche per questo contributo l’attività deve aver subito un calo del fatturato, in questo caso in giugno 2020, pari almeno al 33% sullo stesso mese del 2019.
La sovvenzione versata si ottiene applicando una percentuale alla differenza di fatturato. L’aliquota cambia a seconda dei ricavi annui dell’impresa, con la seguente progressione:
- 15% per imprese con ricavi o compensi 2019 fino a 400mila euro;
- 10% per ricavi o compensi fra 400mila e 1 milione di euro;
- 5% per imprese che fatturano più di 1 milione di euro.
In ogni caso, il contributo non può essere inferiore a mille euro per le persone fisiche e 2mila euro per le imprese, e non può mai superare i 150mila euro.
Attenzione: i ristoranti che si trovano nei centri storici non possono chiedere entrambi i contributi a fondo perduto previsti dal decreto agosto, che non sono cumulabili, devono quindi scegliere per quale presentare domanda.