Anche Poste Italiane, come le banche, anticipa il trattamento di cassa integrazione ai lavoratori: in realtà, si tratta di un servizio riservato ai clienti BancoPosta e PostePay Evolution che hanno l’accredito diretto dello stipendio. In pratica, se questi clienti sono lavoratori che vengono messi in cig a zero ore con causale Coronavirus (sia in cig ordinaria sia in deroga), possono chiedere l’anticipazione del trattamento al gestore del proprio conto (Poste italiane, appunto, che ha siglato un’apposita partnership con BNL finance), senza bisogno di attendere il versamento dell’ammortizzatore sociale da parte dell’INPS.
=> Pagamento CIG tramite prestito bancario
L’importo massimo è quello della cig, ovvero 1400 euro (parametrato a nove settimane di ammortizzatore sociale a zero ore), per un periodo massimo di tre mesi. Il prestito non prevede interessi, non ci sono spese di istruttoria e di intermediazione, si paga solo l’imposta di bollo (16 euro). Il prestito si estingue automaticamente non appena l’INPS inizia a versare la cig, senza necessità di alcun adempimento da parte dei lavoratori. Il prestito va restituito entro 91 giorni dall’erogazione delle somme. Nel caso in cui l’INPS non autorizzi la cassa integrazione, il lavoratore si impegna alla restituzione di quanto anticipato.
La domanda si presenta online, utilizzando al procedura messa a disposizione su www.poste.it. Come detto, bisogna essere clienti correntisti BancoPosta o titolari di una carta prepagata Postepay Evolution, con accredito dello stipendio. Il datore di lavoro del richiedente deve aver presentato la domanda di cassa integrazione a zero ore e fino a 9 settimane con richiesta di pagamento diretto al dipendente da parte dell’INPS (sono quindi esclusi, come è facile intuire, coloro ai quali i datori di lavoro pagano direttamente il trattamento di cassa integrazione). Bisogna compilare il modulo apposito, pubblicato online, e allegare una serie di documenti (carta d’identità, tessera sanitaria, permesso di soggiorno per i lavoratori stranieri, ultima busta paga, attestato del datore di lavoro di richiesta cassa integrazione.