Tratto dallo speciale:

Mutuo casa: il tasso fisso eguaglia il variabile

di Anna Fabi

5 Marzo 2020 10:00

logo PMI+ logo PMI+
Mutui: ora è il momento di scegliere il tasso fisso, arrivato allo stesso livello del tasso variabile, entrambi ai minimi storici.

Per chi cerca casa o un immobile da destinare alla propria attività imprenditoriale/commerciale e ha necessità di accendere un mutuo per acquistarlo, questo sembra essere il momento ideale. I tassi di interesse applicati dalle banche continuano infatti ad essere ai minimi storici e, secondo le previsioni, i tassi rimarranno bassi per tutto il 2020.

Ma c’è di più: il tasso fisso si trova praticamente a pari livello con il tasso variabile, con una differenza di soli 4 euro sulla rata mensile, per effetto del vertiginoso calo dell’Eurirs, il parametro di riferimento per il calcolo degli interessi dei mutui ipotecari a tasso fisso, detto anche IRS, diffuso giornalmente dalla Federazione Bancaria Europea e pari ad una media ponderata delle quotazioni alle quali le banche operanti nell’Unione Europea realizzano l’Interest Rate Swap.

=> Spread e prestiti: quale mutuo scegliere

Tasso fisso VS tasso variabile

Questa differenza sul costo della rata tra un mutuo a tasso fisso e uno a tasso variabile è stata calcolata su un prestito a 20 anni di 120 mila euro per una casa da 200 mila euro. In caso di prestito a 30 anni la differenza sale, ma sempre rimanendo quasi irrisoria, a 12 euro al mese.

Alla fine di febbraio, l’Euris a 20 anni è infatti sceso allo 0,14%, quello a 30 anni allo 0,15%, con un calo di quasi 40 centesimi sui valori di fine 2019.

In parallelo l’Euribor, parametro di riferimento per i mutui a tasso variabile, anch’esso diffuso giornalmente dalla Federazione Bancaria Europea come media ponderata dei tassi di interesse ai quali le Banche operanti nell’Unione Europea cedono i depositi in prestito, risulta fondamentalmente stabile, con una lieve discesa di un centesimo, con il valore a un mese pari a -0,49% e quello a tre mesi a -0,42%.