Ammontano a oltre 500mila euro le risorse che il sistema camerale veneto perderà ogni anno secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2020, importo che le Camere di Commercio e Unioncamere dovranno versare allo Stato e che verrà a mancare per la promozione di nuovi investimenti a sostengo delle imprese e del territorio.
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La cifra, inoltre, si somma ai già 5 milioni di euro che rappresentano un prelievo forzoso per il sistema camerale locale. La Legge di Stabilità ha inoltre imposto due nuovi tagli:
- aumento del 10% dell’importo del “tagliaspese” da riversare dalle Camere di Commercio per circa 500mila euro in Veneto;
- blocco della spesa promozionale che non potrà superare la media del triennio 2016–2018, limitando l’attività degli Enti camerali a servizio delle imprese.
Le Camere di Commercio sono in evidente difficoltà nelle proprie attività di sostegno al sistema imprenditoriale dopo il taglio del diritto annuale con un meno 50% delle risorse a disposizione – ha sottolineato Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto.
Sempre secondo quanto affermato da Pozza, l’ultima finanziaria ha portato a un ulteriore aggravio del 10% di versamento sul tagliaspese: in pratica 100mila euro in più per Camera di Commercio da versare allo Stato.
Il Veneto come sempre alle lamentele preferisce proposte costruttive e anche stavolta il nostro Sistema camerale ne avanza una allo Stato: destinare le somme corrispondenti ai risparmi realizzati a programmi d’intervento per la competitività e la crescita delle imprese nel quadro delle competenze, molte nuove, riservate alle Camere dal decreto legislativo 219/2016.
In questo modo, ribadisce Pozza, sarà possibile sostenere iniziative di promozione territoriale attraverso il turismo e le produzioni tipiche, la valorizzazione economica del patrimonio culturale e ambientale, facilitare l’accesso al credito delle PMI, accompagnare alla digitalizzazione e agevolare il dialogo tra mondo imprenditoriale e scolastico.