Ancora grosse difficoltà di accesso al credito per il tessuto produttivo italiano: l’ABI segnala una caduta importante per i prestiti alle imprese (-1,9%), il dato peggiore dal 2015. A novembre i prestiti bancari alle imprese hanno fatto segnare un minimo storico attribuibile al forte calo della domanda di investimenti e di operazioni straordinarie e alle prospettive non positive per l’economia italiana ed europea.
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Secondo l’Associazione Bancaria, l’Italia sconta ancora il mancato recupero degli investimenti, che sono la componente più dinamica, assieme alla crescita esterna, nell’andamento dei prestiti: siamo ancora al -17% degli investimenti rispetto al periodo antecedente la lunga crisi che ha investito le economie globali.
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E tutto questo nonostante i tassi sui prestiti restino ai minimi storici e vi sia liquidità abbondante assicurata dalle misure straordinarie della BCE. Una flessione che non sembra invece coinvolgere l’andamento dei mutui alle famiglie, dove al contrario, proprio a fronte delle condizioni ottimali di interessi e liquidità, si registra una crescita del +2,5%.
Per quanto riguarda la raccolta: sono cresciuti i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati a dicembre 2019 di oltre 83 miliardi di euro su base annua (+5,6%), mentre la raccolta a medio e lungo termine (obbligazioni), è rimasta stabile negli ultimi 12 mesi. Complessivamente la raccolta, a dicembre 2019, risultava in crescita del +4,8%.