I servizi e i prodotti pensati per PMI, lavoratori autonomi e liberi professionisti sono fra i trend emergenti 2020 delle nuove banche fintech: lo rileva Alvise Perissinotto, Managing Director di financeAds International, che propone tre diversi scenari per il successo del settore fintech.
Partiamo dai vantaggi competitivi che possano derivare dal segmento PMI e freelance. Le cosiddette challenger bank, dunque le nuove realtà del settore fintech, in generale, devono cercare nuove nicchie di mercato, senza focalizzarsi esclusivamente sul settore B2c (in pratica, sui consumatori finali). Per esempio, quello rappresentato da professionisti e piccole imprese:
in Italia, stiamo parlando di un indotto di almeno 6 milioni Partite IVA nel 2020 che vanno servite con prodotti adeguati, facili, utili e snelli per un pubblico che non ha né tempo né le strutture adatte per tematiche come la fatturazione, i pagamenti ed in generale la gestione di tutta la parte contabile e finanziaria della propria attività.
Si può aggiungere come in effetti proprio quello delle PMI sia un segmento di riferimento per alcune delle nuove realtà italiane del settore, come Illimity (soprattutto sul fronte dei prestiti e finanziamenti per le PMI) o Qonto (con un conto corrente dedicato proprio a PMI e Partite Iva).
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Altra chiave del successo, i servizi a valore aggiunto. Spesso le fintech offrono app facili da utilizzare e operazioni gratuite oppure costi, molto contenuti: ma questo, secondo l’esperto, non è sufficiente, servono anche servizi strategici per i cliente. La partita dunque si giocherà sulla capacità di offrire servizi esclusivi, prodotti di investimento e assicurazioni.
Non solo: il conto presso la challenger bank non deve più essere percepito come secondario rispetto a quello “tradizionale”, ma deve diventare il conto principale.
Infine, spinta sugli investimenti, magari attraverso i robot advisor che facilitino le operazioni anche agli investitori meno esperti.