Le PMI che intendono finanziare progetti di sviluppo, o che semplicemente hanno bisogno di liquidità per esigenze operative, possono rivolgersi direttamente al commercialista, che farà da intermediario presso il mondo bancario: in questo senso si muove l’accordo sull’accesso al credito PMI firmato dall’Ordine Nazionale dei Commercialisti e dall’Organismo agenti e mediatori. Saranno le singole banche a decidere se aderire o meno.
Il commercialista, dunque, diventa sempre più consulente finanziario dell’impresa, in particolare delle PMI che spesso non hanno una vera e propria divisione finanziaria.
=> Consulenza finanziaria dal commercialista
L’accordo prevede che gli istituti di credito possano esaminare attraverso un canale dedicato le richieste di finanziamento delle PMI.
Attenzione: il commercialista non svolge alcun ruolo di promotore di investimenti, mediazione creditizia o qualsiasi altra attività che possa rappresentare un esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria. Si propone solo come consulente aziendale in grado di fornire un’adeguata rappresentazione della situazione finanziaria dell’impresa, aiutando il cliente a presentare la richiesta alla banca e a preparare la relativa documentazione, individua le migliori soluzioni in relazione alle esigenze specifiche dell’azienda.
L’accordo prevede specificamente che il commercialista si impegni a non promuovere singoli prodotti delle banche che aderiscono e a non svolgere alcuna attività istruttoria sulle richieste di finanziamento. In parole semplici, restano ben definiti il ruolo del commercialista e quello della banca cui si chiede il finanziamento.
Le banche che aderiscono all’accordo si impegnano a prevedere, per le PMI che si avvalgono della consulenza del commercialista in base all’accordo sopra illustrato, condizioni di accesso al credito più agevolate rispetto a quelle abitualmente applicate sul mercato (in parole semplici, finanziamenti con tassi o in generali condizioni agevolate e convenienti).