C’è una disposizione del Decreto Crescita che interessa particolarmente giovani coppie e contribuenti che acquistano la prima casa: il rifinanziamento del Fondo che copre con garanzie il 50% del capitale investito nel’immobile. In pratica, grazie al Fondo di garanzia per i mutui prima casa è lo Stato ad offrire ai cittadini le garanzie richieste dalla banca per concedere il mutuo prima casa.
Le risorse stanziate inizialmente erano quasi in esaurimento, pertanto era fortemente atteso un intervento legislativo per rifinanziarlo. A disposizione ci sono adesso nuove risorse ed anche regole più flessibili sugli accantonamenti.
Fondo garanzia mutui prima casa
Il fondo è stato istituito con la manovra 2014 (articolo 1, comma 48, lettera c, legge 147/2013) e il Decreto Crescita lo ha rifinanziato con 100 milioni per il 2019.
Non solo: come sottolinea la circolare dei Consulenti del lavoro 15/2019, il decreto la percentuale minima del finanziamento da accantonare a copertura del rischio: «per ogni finanziamento ammesso alla garanzia del Fondo, viene accantonato a copertura del rischio un importo non inferiore all’8% dell’importo garantito».
Il Fondo è finalizzato alla concessione di garanzie (massimo il 50% della quota capitale) su mutui ipotecari (o portafogli di mutui) per l’acquisto o per interventi di ristrutturazione e accrescimento di efficienza energetica di unità immobiliari sul territorio nazionale, da adibire ad abitazione principale (del mutuatario).
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La domanda di mutuo
La norma prevede una priorità per giovani coppie o nuclei mono genitoriali con figli minori, abitanti in affitto in case popolari, nonché giovani under 35 con rapporto di lavoro atipico. Il mutuo non può essere superiore a 250mila euro e non c’è agevolazione per le abitazioni di lusso.
La domanda va presentata utilizzando l’apposito modulo ad una delle banche aderenti all’iniziativa (elenco disponibile sul sito di Abi su quello di Consap).