Gli incentivi del piano Industria 4.0 saranno rinnovati con un orizzonte temporale più lungo o resi strutturali, con un’attenzione particolare ad investimenti green ed economia circolare, ma anche alle PMI: così il ministero dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, anticipa alcune delle misure per le imprese che il Governo intende inserire nella manovra 2020.
In vista, c’è la convocazione di un tavolo con le parti sociali sulla “transizione 4.0”, che sostanzialmente prenderà il posto dell’ormai dimenticata cabina di regia del Piano Industria 4.0.
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Sarà una «sede di confronto permanente, vorrei a cadenza mensile, per discutere le proposte di tutti gli attori del comparto industriale, le associazioni di categoria anche delle filiera green, e i sindacati», spiega Patuanelli al Sole 24 Ore, definendo questo nuovo organismo «una sorta di tavolo PMI a lunga gittata».
Questa è dunque un’indicazione di metodo, che segna una sorta di discontinuità rispetto al Governo precedente (che ha sostanzialmente accantonato la Cabina di Regia Industria 4.0 e fatto poco sul fronte del 4.0), riagganciando invece i piani dei precedenti Governo, Renzi e Gentiloni, che hanno fatto partire il Piano.
Per quanto riguarda le misure, in manovra verranno confermati super e iperammortamento nonché il credito d’imposta su ricerca e formazione, ma con una durata maggiore degli incentivi, per consentire alle imprese di avere certezze normative nel momento in cui pianificano investimenti anche importanti: «è difficile per un imprenditore rincorrere il rinnovo delle agevolazioni a ogni legge di Bilancio».
E ci saranno corsie preferenziali orientate alla sostenibilità ambientale, in ottica green new deal.
La svolta green del Governo, continuamente sottolineata anche in occasioni internazionali come il vertice ONU sul clima, ha il duplice obiettivo di potenziare un segmento industriale ad alta potenzialità, in un paese a vocazione sia manifatturiera sia agroalimentare come l’Italia, nonché di ottenere margini di flessibilità di Bilancio dalla Ue.
La richiesta italiana è nota: scorporare dal deficit gli investimenti nel green new deal.
«Ritengo che nel 2020 si potrà fare qualcosa ma non con grandi margini, l’obiettivo più concreto è per i prossimi anni».
Si proseguirà sulla strada del sostegno alle PMI. Patuanelli si limita a ipotizzare «l’introduzione di alcune premialità legate all’innovazione delle filiere», oppure ai grandi progetti.
Niente nuove tasse su merendine e biglietti aerei.