Settimana decisiva per lo sblocco dell’APE volontario: l’ABI annuncia lo sblocco delle procedure informatiche per il 13 aprile, in tempo per consentire la presentazione della domanda a coloro che hanno chiesto la retroattività. Si tratta per ora di 71 persone, secondo i dati che l’INPS ha comunicato all’associazione banche italiane, che hanno chiesto e ottenuto la certificazione del diritto avendo maturato i requisiti al primo maggio 2017:
In base alle regole operative, se vogliono chiedere la retroattività della prestazione, devono presentare la domanda di APE entro il prossimo 18 aprile. Gli aventi diritto che non hanno ancora ricevuto certificazione, dunque, rischiano di restare fuori. Il collaudo è già iniziato, e Gianfranco Torriero, vice direttore generale, spiega che l’obiettivo è di:
completare il collaudo affinché le prime domande di APE Volontaria possano essere accettate a partire dalla mattina del 13 aprile.
L’annuncio dell’ABI fa ritenere che, entro il 13 aprile, saranno pubblicati anche il testo della convenzione con le banche, completo di elenco degli istituti convenzionati. Presentando la domanda definitiva di APE volontaria, infatti, il lavoratore deve poter scegliere il soggetto finanziatore.
Ricordiamo che l’APE volontario è un anticipo previdenziale che si può chiedere con 63 anni di età, 20 anni di contributi, tre anni e sette mesi al massimo alla pensione di vecchiaia, con un assegno maturato superiore 1,4 volte il minimo. Accompagna il lavoratore alla pensione di vecchiaia. Non è una prestazione di welfare, ma un anticipo finanziato dal sistema privato, che l’assicurato restituisce con rate ventennali sulla pensione.
L’associazione bancaria italiana sottolinea che l’attuazione dell’anticipo finanziario a garanzia pensionistica (APE Volontaria) è caratterizzata da estrema complessità, richiedendo il coinvolgimento di molti soggetti, tra cui Presidenza del Consiglio, Ministero dell’Economia e del Lavoro, INPS, Banca d’Italia, Ivass, Autorità garante della concorrenza e del mercato, Garante per la protezione dei dati personali, Agenzia per l’Italia digitale, ABI stessa e banche coinvolte, Ania e compagnie assicuratrici.
Solo dopo il completamento del quadro normativo di riferimento, quindi da fine gennaio 2018, si è potuto procedere con il collaudo tecnico informatico (le specifiche tecniche sono state pubblicate il 28 marzo scorso).