Si avvicina la scadenza del 18 aprile, entro la quale i lavoratori che vogliono chiedere l’APE Volontario con gli arretrati dal maggio 2017 devono presentare la relativa domanda, ma il problema è che non ci sono ancora le condizioni per rispettare l’adempimento: in primo luogo, fino a quando non sarà pubblicato l’elenco delle banche convenzionate non sarà possibile per nessuno presentare la domanda di APE. E comunque, bisogna già avere la certificazione INPS, che può richiedere fino a 60 giorni dal momento della prima domanda.
Di fatto, la strada per l’APE volontaria (anche dopo che le procedure sono state avviate) resta tutta in salita. E per i più il problema più sentito riguarda la richiesta di retroattività.
Le istruzioni, contenute nella circolare INPS 28/2018, prevedono che la domanda vada presentata entro il prossimo 18 aprile. Il problema è che la richiesta, par di capire, va effettuata contestualmente alla presentazione della seconda domanda, quella di richiesta del beneficio. Per presentare questa richiesta, bisogna aver già presentato la domanda di accesso e aver ottenuto dall’INPS a certificazione del diritto all’APE.
Dal momento in cui riceve la domanda, l’istituto previdenziale ha 60 giorni di tempo per rispondere. Ci sono lavoratori che sono già nelle condizioni di presentare la seconda domanda: per la precisione, a fine marzo l’INPS ha rilasciato 15.500 certificazioni. Questa è la platea di coloro che possono chiedere la retroattività, che si amplierà con tutti coloro che riceveranno la certificazione entro il 18 aprile.
Tutti gli altri, anche se hanno già presentato la domanda di accesso all’APE, non potranno chiedere per tempo gli eventuali arretrati. A meno che nel frattempo non intervenga una proroga. La scelta di rendere la richiesta di arretrati opzionale (contrariamente a quanto previsto nel caso dell’APE sociale, che prevede la retroattività automatica per gli aventi diritto), è stata determinata dal fatto che l’APE volontario non è una prestazione di welfare, ma un prestito, che poi l’assicurato restituisce con rate ventennali sulla pensione vera e propria. La retroattività, quindi, allunga la durata e l’ammontare del prestito, alzando quindi la somma da restituire. Di conseguenza, è stato deciso di lasciare al lavoratore la decisione se esercitare o meno questa opzione, che andava comunque prevista in considerqzine del fatto che la norma primaria (legge 232/2016) riconosce il diritto all’APE a partire dal primo maggio 2017.
Il secondo problema, invece, riguarda tutti coloro che sono in possesso della certificazione del diritto e vogliono chiedere l’APE, perché senza l’elenco delle banche convenzionate non è possibile presentare la richiesta. Con la seconda domanda, infatti, bisogna anche esprimere la scelta dell’istituto finanziatore del prestito.
Le convenzioni con banche e assicurazioni sono state firmate, ci sono anche i tassi di finanziamento del prestito per il primo bimestre, ma non c’è l’elenco delle banche convenzionate: fino a quando non sarà pubblicato, nessuno è in grado di presentare la domanda di APE.