Con il recente decreto sblocca i debiti, per i fornitori della PA dovrebbero essere presto disponibili più o meno 13 miliardi. Il termine ultimo per chiudere la maxi operazione è fissato alla data del 21 settembre, decisione presa per rispondere alla nuova procedura di infrazione aperta dalla UE. Grazie al decreto attuativo del Tesoro, lo Stato potrà fornire garanzia alle operazioni di cessione dei crediti, primo tassello che va a comporre un grande puzzle di debiti arretrati pari a 60 miliardi che dovranno essere smaltiti entro fine anno.
Chi vanta crediti con la Pubblica Amministrazione, dunque, potrà ottenere liquidità dagli istituti di credito. Si tratta, in pratica, di una cessione pro soluto con uno sconto dell’1,90% per importi inferiori a 50.000 euro e dell’1,60% per quelli superiori. In pratica i fornitori della PA potranno cedere il proprio credito certificato (e assistito dalla garanzia dello Stato) a banche e a intermediari finanziari. In questo modo incasseranno il loro credito al netto di una percentuale di sconto fissata all’1,90% o 1,60%.
Particolarmente efficace per far decollare l’operazione sarà il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti, che potrà acquisire dalle banche e dagli intermediari finanziari i crediti ceduti, sulla base di una convenzione con l’ABI.
La cessione dei crediti sarà coperta da un Fondo di Garanzia istituito presso il Ministero dell’Economia e gestito da Consap, che avrà una dotazione finanziaria iniziale di 150 milioni di euro e consentirà di garantire cessioni di crediti per circa 1,9 miliardi di euro. La dotazione potrà, comunque, essere integrata attingendo all’apposito Fondo presso il Mef che presenta una dotazione attuale di 900 milioni.