Finanziamenti alle Pmi di nuovo lontani. Lo spettro della crisi del 2008 è tornato ad aggirarsi in Italia a causa della nuova crisi di liquidità del sistema bancario, con il risultato ormai tristemente consueto: le piccole e medie imprese non riescono più ad accedere al credito.
In linea teorica questa affermazione non dovrebbe essere vera, visti i recenti accordi tra associazioni di rappresentanza e Istituti bancari o le misure del Governo per agevolare i finanziamenti alle Pmi. Nella realtà , invece, i rubinetti si stanno chiudendo perché le banche stesse hanno difficoltà a finanziarsi e gli spread alla clientela hanno superato la soglia del 5%, con il risultato di strozzare le imprese.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: non potendo sostenere i tassi, le imprese non investono, e di conseguenza le richieste di finanziamento si riducono. Tale situazione è appena percettibile per le grandi aziende, che a livello di credito sembrano godere di una condizione privilegiata, ma è particolarmente per le piccole e medie imprese, che di fatto sono quelle che stanno pagando i dubbi degli investitori finanziari sulla sostenibilità dei bilanci dello Stato.
Confesercenti stima che, a causa dell’aumento di selettività , alle Pmi venga destinato solo il 16% del totale degli impieghi bancari. Anche il sistema dei confidi, ossia i consorzi di garanzia collettiva dei fidi che esercitano in forma mutualistica attività di garanzia collettiva dei finanziamenti in favore delle imprese socie o consorziate, è in difficoltà e ha bisogno di una forte ripatrimonializzazione.
Le imprese più in difficoltà a causa di questa situazione sono le microimprese operative nel settore del commercio e in particolare quelle residenti nel Sud Italia. Le imprese che più delle altre sono riuscite al contrario a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario sono state le medie e le grandi imprese, operative nel settore dei servizi, residenti nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est del Paese.