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Carburanti: indagine Antitrust sulle principali compagnie

di Anna Fabi

21 Luglio 2023 11:06

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Istruttoria Antitrust nei confronti di Eni, Esso, Ip, Iplom, Q8, Tamoil e Saras per presunto cartello nel settore carburanti per autotrazione.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un’istruttoria nei confronti delle compagnie petrolifere Eni, Esso, Ip, Iplom, Q8, Tamoil e Saras per un presunto accordo sui prezzi (cartello) ai danni della concorrenza nella vendita di carburante da autotrazione.

L’operazione che fa seguito ad una segnalazione arrivata tramite piattaforma di Whistleblowing e coinvolge i principali operatori attivi nei mercati della produzione e distribuzione dei carburanti per autotrazione.

L’istruttoria AGCM sui carburanti per autotrazione

In base a quanto reso noto dall’Antitrust, l’indagine mira a chiarire la presunta ipotesi di intesa tra i sette operatori nella determinazione del valore della componente bio.

Si tratta di una componente obbligatoriamente prevista dalla normativa in settore (obblighi di miscelazione del biocarburante nel carburante per autotrazione): per il 2023, almeno il 10% del carburante per autotrazione (gasolio) deve essere composto “bio” (con la possibilità di acquistare Certificati di Immissione in Consumo). Di questo 10%, almeno il 3,4% dovrà essere composto da biocarburante avanzato.

Gli obblighi di legge per le compagnie petrolifere

Ebbene, il valore di questa componente del prezzo è oggi pari a circa 56-60 €/mc (con incrementi in gran parte coincidenti tra le compagnie sotto istruttoria) mentre era pari a 20€/mc nel 2019. Il rincaro si traduce in un aumento dei prezzi alla pompa.

L’Agcm contesta dunque ai sette operatori il potenziale scambio di informazioni ai fini di un accordo lesivo della concorrenza: in base alla segnalazione, la componente di prezzo bio del carburante per autotrazione (che si colloca all’interno del margine lordo delle compagnie petrolifere):

verrebbe ribaltata allo stesso prezzo a tutti gli operatori di mercato indipendentemente dal costo effettivamente sostenuto da ciascuna compagnia petrolifera.

Entro 60 giorni le parti in causa hanno diritto di replica, motivando le condotte ritenute sospette. Il procedimento deve comunque concludersi entro il 31 dicembre 2024.