La riforma delle pensioni in manovra finanziaria 2010 ha portato ad una diminuizione delle nuove iscrizioni INPS del -19,3% nei primi otto mesi del 2011. Praticamente, l’entrata in vigore della «finestra mobile» e dell’aumento di un anno per l’età minima per la pensione di anzianità (da 59 a 60 anni per i dipendenti; da 60 a 61 per gli autonomi) ha causato lo slittamento di una pensione ogni cinque per effetto della riforma previdenziale.
Con la riforma pensioni 2010, le pensioni di vecchiaia sono crollate (-24,1%), penalizzando soprattutto i lavoratori dipendenti (-36,5%). Le pensioni di anzianità sono calate ma leggermente meno (-15,4%).
La causa principale è il rinvio (ovvero dalla finestra mobile) dell’effettiva “andata in pensione” una volta raggiunti i requisiti di 12 mesi per i lavoratori dipendenti e di 18 mesi per gli autonomi, mentre prima l’attesa andava da 3 a 12 mesi.
A rivelare gli effetti degli interventi in manovra finanziaria per ridurre la spesa previdenziale entrati in vigore nel 2011 è stata la stessa INPS, per voce del presidente Antonio Mastrapasqua. I dati, che arrivano in un momento di acceso dibattito sulla necessità di nuovi interventi correttivi in materia previdenziale e di riforma delle pensioni, si riferiscono ai lavoratori del settore privato, ma effetti simili si avvertiranno anche nel pubblico.