Sotto i riflettori il condono fiscale 2002: l’Agenzia delle Entrate sta per presentare un conto salato alle 220mila imprese e partite IVA che avevano aderito alla sanatoria IVA del 2002, approvata dal secondo governo Berlusconi. Il condono IVA fu infatti dichiarato illegittimo dalla Corte di giustizia europea nel 2008 e, a luglio 2011, anche dalla Corte costituzionale, per cui ora il Governo si riprenderà i 60 miliardi di euro di somme condonate, godendo della proroga di un anno inserita in manovra finanziaria (dicembre 2102) per il recupero dei crediti.
Per i contribuenti nella lista del Fisco, dunque, sono in arrivo nuove verifiche, soprattutto per quelle imprese che a suo tempo avevano sanato con il condono fiscale 2011 evasioni superiori a 100mila euro.
L’elenco è stato preparato per effetto di una direttiva arrivata dalla direzione centrale accertamento dell’Agenzia delle Entrate. Il principio è semplice: maggiore è il quantum pagato per il condono tombale, maggiore è l’Iva evasa.
In realtà i termini entro i quali effettuare gli accertamenti sull’ultimo Condono fiscale (2002) sarebbero dovuti scadere alla fine del 2011, ma nell’ultima manovra finanziaria il governo ha inserito un emendamento che prolunga i tempi a disposizione del Fisco di un altro anno.
Dopo la trasmissione dell’elenco alle procure della Repubblica i primi a finire nel mirino del Fisco saranno i big dell’industria e le società quotate a Piazza Affari, per poi passare alle altre imprese coinvolte, anche Pmi.