Stime di crescita al ribasso perl’economia dell’Eurozona e in particolare per l’Italia: oltre alla BCE, anche l’OCSE getta l’allarme sulle potenzialità di crescita dell’economia italiana. I dati diffusi ieri dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo Economico prevedono una crescita pari a zero per il 2011.
Nello specifico si parla di un calo del PIL dello 0,1% nel terzo trimestre e di un andamento simile nel quarto (+0,1%). Gli altri Paesi G7, seppur in difficoltà, fanno sicuramente meglio di noi, attestandosi tra il +1,6% ed il +0,2%.
E non è tutto: l’OCSE ha rivisto al ribasso anche le stime relative alla prima metà del 2011, correggendo il +1,1% del primo trimestre con uno 0,6%, ed il +1,3% del secondo trimestre con +1,0%. «La ripresa si sta mostrando più lenta di quanto avevamo previsto tre mesi fa e visto l’elevato livello di incertezza, il rischio che ci sia un periodo di contrazione è aumentato», ha dichiarato l’economista OCSE Pier Carlo Padoan.
Per il prossimo futuro non sembra che ci aspetti una recessione della portata di quella alla quale abbiamo assistito nel periodo 2008-2009, è però necessario che i tassi d’interesse vengano tenuti fermi e, se nei prossimi mesi dovessero emergere ulteriori segnali di debolezza o di recessione, sarà necessario ridurre il costo del denaro.
Non andrà meglio neanche nel 2012, quando la crescita non sarà dello 0,7% come precedentemente ipotizzato dal Fondo Monetario internazionale nel World Economic Outlook, ma dello 0,5%.
Come la BCE, anche l’OCSE ha comunque concesso il proprio benestare all’operato del governo italiano, definendo le misure contenute nella manovra finanziaria approvata al Senato «molto importanti e la direzione è giusta».