La Banca Centrale Europea ha promosso la manovra finanziaria presentata dal Governo Italiano e in via di approvazione con un iter parlamentare quanto mai rapido, volto a fornire una risposta chiara e rassicurante in un momento di emergenza e di crisi dei mercati finanziari. A margine del Consiglio direttivo della BCE, ilo presidente Jean-Claude Trichet ha definito la finanziaria 2011-2013, «un primo impegno del governo italiano», invitando quest’ultimo a «completare quanto prima quanto preventivato» e esortando anche gli altri governi europei ad «attuare subito e in pieno le misure di risanamento».
Tuttavia, per quanto la manovra finanziaria abbia ispirato un cauta fiducia, nessuna buona nuova giunge sul fronte della crescita: le stime 2011 nella zona euro sono state riviste al ribasso.
In particolare, mentre a giugno si prevedeva un incremento del PIL nei 17 Paesi dell’area euro compreso tra l’1,5% ed il 2,3%, ora le stime parlano di una forbice tra il 1,4% e l’1,8% per l’anno in corso, e tra lo 0,4% e il 2,2% per il 2012, con l’Italia che figura tra i Paesi con la più alta probabilità di collocarsi nella fascia di crescita minima.
In generale, olre che sulla manovra finanziaria, anche sull’economia è rimasto cauto Trichet, che ha parlato di un semestre caratterizzato da un’«incertezza particolarmente alta» e di seri «rischi per la crescita». La reazione dei mercati finanziari alle dichiarazioni del presidente della BCE non ha tardato a farsi sentire: immediatamente sono andati in perdita Piazza Affari, Francoforte, Londra e Parigi.
La nota positiva sta nel rientrato allarme sull’inflazione, dovuto alla recente “frenata economica”. Questo ha spinto la Banca Centrale a lasciare inalterati i tassi di riferimento all’1,50%, così da favorire la crescita. Fermi anche i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la Banca centrale: 2,25% e 0,75% rispettivamente. Per ogni eventuale innalzamento, se ne riparlerà nel 2012.