Manovra finanziaria 2011: tra le misure oggetto di polemica, l’aumento dell’imposta di bollo sui depositi titoli, che sale da 34,20 euro a 120 euro per gli anni 2011 e 2012. Dal 2013, l’aumento è fissato a 150 euro per i depositi sotto i 50.000 euro e 380 euro per conti titoli superiori a 50mila euro (restano escluse le cifre inferiori a mille euro).
Il disegno di legge delega figura prevede poi un’aliquota unica al 20% andrà su tutti i redditi da capitale, tranne che su titoli di Stato, previdenza complementare e risparmio di lungo termine.
In realtà la misura è più un danno che un beneficio, perchè dai rialzi delle imposte saranno esclusi solo i titoli di Stato. In particolare, la manovra prevede un aumento delle tasse su tutti quei redditi da capitale attualmente tassati al 12,5%:
- fondi
- azioni
- dividendi
- PCT (pronti contro termine)
- ETF (fondi comuni d’investimento o Sicav
- obbligazioni bancarie e societarie
Il ribasso (dall’iniziale 27%) riguarderà solo l’aliquota sui conti correnti e sui depositi online.
La combinazione delle novità contenute nel testo della manovra, secondo molti, potrebbe portare i piccoli risparmiatori a declinare la possibilità di investire in dossier titoli, magari guardando ai depositi vincolati o ai conti delle banche online, che offrono qualche punto d’interesse.
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