Sempre più dura la vita dei lavoratori precari: per 4 milioni di italiani con contratti atipici e senza assunzione a tempo indeterminato, le stime sulle pensioni – frutto del versamento dei contributi previdenziali – rimarranno un’incognita. L’Istituto Nazionale Previdenza Sociale ha infatti deciso di omettere questo tipo di informazione.
L’Inps non fornirà più tali importi nè tramite il sito web, con il simulatore dell’eventuale pensione, né per via cartacea.
In molti Paesi del Nord Europa, invece, ricevere una busta contenente le informazioni previsionali sull’entità dell’assegno previsto per i lavoratori continua ad essere un’abitudine.
Nessuna omissione, invece, per i lavoratori a tempo indeterminato, ai quali l’Inps ha inviato una informativa sulla procedura web da attuare per conoscere quanto versato in termini di contribuzione previdenziale e a quanto ammonterà la propria futura pensione.
A fronte di questa scelta, si teme ora una rivolta popolare: lo rivela il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua: «se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati – ovvero i precari definiti dall’Istituto “imprenditori di loro stessi” perchè venuti fuori dalle politiche neoliberiste – rischieremmo un sommovimento sociale».
Una motivazione che lascia presagire il destino dei precari italiani: una vita lavorativa a pagare contributi per poi non riuscire ad usufruire di alcuna pensione, se non pari a quella sociale, prevista in assenza di contribuzione. I parasubordinati sembrano infatti destinati a non raggiungere neppure la pensione minima, seppur pagando ogni singolo anno di contribuzione nell’arco della loro carriera lavorativa.