«La pressione fiscale reale sui contribuenti italiani, secondo i dati ISTAT sui conti pubblici presentati oggi, è pari al 43,2%. In verità quella reale sfiora il 52% del PIL» Questa la denuncia del segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che evidenzia il tasso record, ben oltre la media UE (39,5%).
In base alle considerazioni della CGIA di Mestre, infatti, le valutazioni ISTAT devono obbligatoriamente tenere conto anche dei dati del sommerso (250 mld di euro l’anno), così che stornati questi dati le cifre che restano non fanno che aggravare lo scenario ufficiale.
Stesso parere anche per l’ufficio studi del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili: se si considera la pressione fiscale sulla fascia di contribuenti che paga effettivamente le tasse (escludendo evasori e lavoro nero), l’onere è pari al 51,6% nel 2009 rispetto al 50,8% nel 2008, un record negativo assoluto.
I dati ISTAT odierni, oltretutto, collocano l’Italia al quinti posto nella classifica europea 2009 dei paesi europei a maggior pressione fiscale, scalando ben due posizioni (dalla settima alla quinta) nell’Europa a 27. Peggio solo Austria (43,8%), Belgio (45,3%), Svezia (47,8%) e Danimarca (49%).