Smart working, remote working o telelavoro?
I lavori che si possono svolgere da casa, o più in generale da remoto, quindi anche dall’università stessa, senza recarsi in ufficio, sono oggi molto più numerosi che in passato.
La trasformazione digitale, anche spinta dalla pandemia da Coronavirus, ha dato una spinta notevole al cosiddetto smart working, che è una modalità di lavoro che ben si sposa con la possibilità di conciliare il lavoro con altre esigenze come, ad esempio, lo studio.
Ma lo smart working non è l’unica modalità di lavoro che può essere svolta da remoto. Si tratta infatti di una nuova concezione di lavoro, il lavoro agile o smart working, che è diverso dal remote working e dal telelavoro:
- quando parliamo di remote working, traducendo dall’inglese, ci riferiamo al lavoro da remoto, ovvero da un luogo che non sia l’ufficio in azienda. Non è necessariamente lavoro da casa (meglio definito come Home Working) ma più lavorare in luoghi diversi: al bar, presso un coworking dove si possono incontrare altri professionisti, un ufficio temporaneo e, sì anche da casa. Il tutto in base alle proprie esigenze;
- nel telelavoro (che è un contratto a sé, vero e proprio) il lavoratore svolge la sua attività da una postazione fissa definita, in un luogo diverso dall’azienda, continuando ad avere una rigidità oraria comparabile al lavoro in azienda;
- lo smart working (che è solo modalità di esecuzione del lavoro, a prescindere dal contratto) può essere visto come una sorta di evoluzione del telelavoro, non vincolando il lavoratore a degli orari, né in ufficio né a casa, ma puntando il focus solo sul risultato, sulle performance.
Vediamo dunque quali sono le migliori opportunità di lavoro in smart working che il settore digitale offre anche a chi studia e vuole lavorare allo stesso tempo.