Mini guida alla scelta della durata del mutuo
La durata del mutuo è uno dei fattori principali che influisce sia sull’importo delle rate mensili sia sul totale degli interessi da pagare. Determinare il periodo giusto richiede una valutazione attenta delle proprie capacità di rimborso, delle prospettive economiche e degli obiettivi a lungo termine. Ecco alcuni passaggi e consigli per orientarsi nella scelta.
1. Analizzare la propria capacità di spesa
La prima considerazione riguarda la capacità di sostenere la rata mensile: una durata più lunga permette di abbassare la rata, rendendola più gestibile, ma implica anche un aumento del totale degli interessi.
2. Considerare il tasso d’interesse
Il tasso d’interesse è solitamente più basso per i mutui a più lungo termine, perché la banca compensa il rischio che si assume nel concedere un prestito per un lasso di tempo maggiore, incassando lo SPREAD per un periodo più lungo.
Inoltre la durata lunga consente alle banche di pianificare il rischio, distribuendo il rimborso in un tempo maggiore e rendendo il credito meno soggetto a improvvise oscillazioni economiche.
Per il mutuo a breve termine, invece, la banca tende a preferire margini più elevati (SPREAD) per compensare le eventuali fluttuazioni dei tassi nel breve periodo.
Solitamente si nota un calo dei tassi evidente tra mutui a 20 o 30 anni, mentre allungando a 35 o 40 anni il vantaggio si affievolisce, rischiando solo di pagare interessi per più anni, con un costo complessivo del mutuo più alto.
3. Valutare l’età e le prospettive future
L’età del mutuatario è un fattore importante nella scelta della durata: le banche tendono a limitare la concessione di mutui oltre una certa età (solitamente 75-80 anni). Inoltre, se si è in una fase della vita con prospettive di aumento del reddito (come all’inizio di una carriera), un mutuo con una durata più breve potrebbe risultare conveniente per ridurre gli interessi pagati negli anni.
4. Calcolare il costo degli interessi totali
Scegliere una durata più breve comporta rate più alte, ma riduce il totale degli interessi. È consigliabile calcolare quanto si pagherà di interessi complessivi su diverse durate per capire il risparmio di lungo termine. Alcuni mutui a 15-20 anni, per esempio, risultano vantaggiosi perché offrono una buona combinazione tra rata sostenibile e interessi totali contenuti.
Quando si sceglie un mutuo con una durata più lunga, è importante tenere a mente che il costo complessivo degli interessi tende a crescere. Questo avviene perché il capitale preso in prestito viene dilazionato su un arco di tempo maggiore, facendo sì che l’ammontare degli interessi accumulati sia più elevato rispetto a un mutuo di breve durata, anche a parità di tasso d’interesse.
5. Valutare la possibilità di estinzione anticipata
Se si ha in programma di rimborsare il mutuo in anticipo, optare per una durata più breve consente di ridurre gli interessi, anche se si paga una piccola penale per l’estinzione anticipata. Questo è particolarmente utile per chi prevede incrementi di reddito o entrate straordinarie (come bonus o liquidazioni).
Durata consigliata per diverse situazioni
- 15-20 anni: per chi ha una buona capacità di spesa e vuole ridurre il totale degli interessi, una durata breve è ideale.
- 25-30 anni: consigliato a chi ha bisogno di una rata più sostenibile, come le giovani famiglie o chi ha redditi medi.
- Oltre 30 anni: meglio evitarlo se possibile, poiché gli interessi tendono a raddoppiare nel lungo periodo; utile solo per chi ha redditi bassi o vuole massima flessibilità.
Con queste valutazioni, si potrà scegliere la durata del mutuo che meglio bilancia esigenze finanziarie e sostenibilità delle rate.