Tassazione del contratto di locazione
La scelta della tipologia di contratto di locazione influenza significativamente la tassazione applicabile. Il sistema fiscale italiano prevede diverse modalità di tassazione, con agevolazioni specifiche per incentivare determinati tipi di contratti.
Contratti a canone libero
Nei contratti a canone libero, il reddito derivante dai canoni di locazione concorre a formare l’imponibile IRPEF del proprietario. Tale reddito è ridotto forfettariamente del 5%, e l’importo risultante è soggetto alla tassazione ordinaria. Ad esempio, se il canone annuale è di 10.000 euro, l’imponibile IRPEF sarà di 9.500 euro. Questo importo si aggiunge agli altri redditi del locatore, determinando l’aliquota IRPEF complessiva da applicare.
Contratti a canone concordato
I contratti a canone concordato, noti anche come contratti 3+2, offrono vantaggi fiscali significativi. Oltre alla riduzione forfettaria del 30% sul reddito imponibile, il proprietario può beneficiare di ulteriori detrazioni fiscali, come la possibilità di ridurre il canone imponibile del 5%. Nell’esempio precedente, se il canone annuale è di 10.000 euro, l’imponibile IRPEF sarà di 7.000 euro, con un ulteriore sconto di 500 euro sulle tasse da pagare.
Cedolare secca
La cedolare secca è un regime opzionale che consente al locatore di pagare un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali regionali e comunali. Questa imposta è pari al 21% del canone annuo per i contratti a canone libero e al 10% per quelli a canone concordato. Optando per la cedolare secca, il locatore evita anche le imposte di registro e bollo. Ad esempio, per un canone annuo di 10.000 euro, l’imposta sarà di 2.100 euro nel caso di un contratto a canone libero e di 1.000 euro per un contratto a canone concordato.
Imposta di registro e bollo
Indipendentemente dal regime fiscale scelto, è obbligatorio registrare il contratto di locazione presso l’Agenzia delle Entrate. Questa operazione comporta il pagamento dell’imposta di registro, pari al 2% del canone annuo (con un minimo di 67 euro), e dell’imposta di bollo, che varia in base al numero di pagine del contratto (con un minimo di 32 euro). Nel caso della cedolare secca, queste imposte non sono dovute, rendendo questa opzione particolarmente vantaggiosa.