Normativa fiscale per chi affitta casa online
Mettere in affitto casa, soprattutto in ambito turistico ed anche attraverso piattaforme online come Booking o Airbnb, implica il rispetto di specifiche normative fiscali. Queste regolamentazioni variano in base alla durata dei soggiorni e alla natura dell’attività (occasionale o imprenditoriale).
Ecco un approfondimento sugli aspetti fiscali più rilevanti da considerare.
Tassazione per affitti brevi
Per i soggiorni in ambito residenziale, anche per quelli brevi e di durata inferiore ai 30 giorni, la normativa fiscale italiana permette l’applicazione della cedolare secca. Questo regime fiscale offre alcune vantaggi significativi:
- aliquota al 21%: si applica sul primo immobile affittato, rappresentando un’opzione vantaggiosa rispetto all’IRPEF, che prevede invece aliquote progressive;
- aliquota al 26%: si applica a partire dal secondo immobile affittato, quindi se un proprietario decide di affittare più di un’immobile, la tassazione sul secondo (a scelta tra i due) diventa più elevata.
2. Regime imprenditoriale
Se un proprietario affitta più di quattro immobili, l’attività deve essere considerata imprenditoriale. In questo caso, la tassazione non si basa più sulla cedolare secca ma sulle aliquote IRPEF, che variano a seconda del reddito complessivo.
Ciò comporta una maggiore complessità nella gestione fiscale e l’obbligo di tenere una contabilità dettagliata.
3. Tassa di soggiorno
Oltre alla tassazione sui redditi da affitto, i proprietari devono considerare anche la tassa di soggiorno, che varia a seconda della località in cui si trova l’immobile. Questa tassa è generalmente a carico degli ospiti, ma deve essere raccolta dal proprietario e versata alle autorità locali.
Le modalità di applicazione e le tariffe variano da comune a comune, quindi è fondamentale informarsi sulle normative locali.
4. Obblighi di registrazione e documentazione
I proprietari devono anche rispettare gli obblighi di registrazione previsti dalla legge. A partire dal 2024, è obbligatorio richiedere un Codice Identificativo Nazionale (CIN) per affitti brevi. Questo codice deve essere esposto all’interno della struttura e comunicato in ogni annuncio di affitto, contribuendo alla regolarità dell’attività.
Non rispettare questa normativa può comportare sanzioni pecuniarie a partire dal 1° novembre 2024.
5. Sostituto d’imposta
Dal 2024, Booking.com – come ogni altra analoga piattaforma – agisce come sostituto d’imposta per i proprietari che affittano da 1 a 4 immobili. Ciò significa che il portale trattiene e versa le tasse per conto degli host.
Gli host ricevono una certificazione unica (CU) che attesta il pagamento delle imposte, semplificando la dichiarazione dei redditi.
6. Consulenza fiscale
Data la complessità della normativa fiscale e le possibili variazioni in base alla località e alla situazione specifica, è fortemente consigliato consultare un commercialista esperto. Questo professionista può fornire indicazioni personalizzate sulla gestione fiscale e aiutare a ottimizzare le responsabilità fiscali.