Pensione precoci
Agevolazioni in tema di accesso alla pensione anticipata vengono riservate anche ai lavoratori precoci che possono lasciare il lavoro maturando 41 anni di contributi, quota 41, a prescindere dalla età anagrafica a patto di essere in possesso dei seguenti ulteriori requisiti, che limitano l’opzione a quattro categorie di lavoratori:
- dipendenti in stato di disoccupazione, a causa di un licenziamento individuale o collettivo, per giusta causa o risoluzione consensuale, che abbiano terminato da almeno 3 mesi, la fruizione della NASPI o altra indennità spettante;
- caregiver, ovvero lavoratori dipendenti ed autonomi che al momento della domanda, assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della legge 194;
- lavoratori dipendenti ed autonomi che hanno una riduzione della capacità lavorativa, con una percentuale di invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
- lavoratori che svolgono attività usuranti o particolarmente gravose. Le mansioni faticose che permettono questo specifico pre-pensionamento devono essere state svolte per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa e sono specificate dalla legge 67/2011.
L’assegno viene calcolato con il sistema misto.
Per lavoratori precoci si intendono coloro che prima dei 19 anni abbiano lavorato per almeno 12 mesi effettivi, anche non continuativi.
Per andare in pensione, i lavoratori precoci che maturano i requisiti nel 2020 devono produrre una doppia domanda all’INPS, una per la verifica dei requisiti (scaduta lo scorso primo marzo), l’altra per l’accesso alla prestazione vera e propria.
La decorrenza del trattamento scatta trascorsi tre mesi (finestra mobile).