Ripristinare per almeno tre mesi, quindi fino a settembre, le procedure per il certificato di agibilità per lo spettacolo (ex ENPALS): lo chiede all’INPS il tavolo Legalità e Sicurezza delle aziende del settore. Il punto è che, dallo scorso primo giugno, l’istituto di previdenza ha cambiato le procedure per questo documento, indispensabile per ogni attività, proseguendo sulla strada di unificazione dei servizi ex-ENPALS.
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Innanzitutto, segnala il tavolo Legalità e Sicurezza, la nuova procedura non funziona bene (nei primi dieci giorni del mese era inutilizzabile, dal 12 giugno funziona a momenti alterni) e comunque non sembra compatibile con tutti i sistemi operativi. Più in particolare, si contesta la novità in base a cui la richiesta può essere inoltrata direttamente dall’artista o tecnico, perché comporta la «totale deresponsabilizzazione del datore di lavoro in merito agli obblighi di direzione e controllo, sicurezza, rispetto degli orari di lavoro e riposi».
Il punto è che non solo la nuova procedura implica una singola richiesta per ogni lavoratore (per esempio, una produzione con 30 musicisti prevederebbe 30 diversi certificati), ma sfugge al controllo del datore di lavoro, che è responsabile dei versamenti contributivi ENPALS. Si segnala una situazione particolarmente complicata per i lavoratori intermittenti, per i quali il certificato di agibilità sostituisce la comunicazione preventiva alla DTL (direzione territoriale del lavoro). Il datore di lavoro, se retribuisce un professionista dello spettacolo senza certificato di agibilità, rischia una sanzione di 800 euro.
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La proposta, come detto, è quella di sospendere la nuova procedura per tre mesi, tornando alle vecchie modalità. Nel frattempo, il tavolo formula una proposta: limitare la delega al lavoratore alla sola pre-compilazione della richiesta, prevedendo poi una successiva autorizzazione o convalida del datore di lavoro.