La Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, torna a scrivere al Presidente dell’INPS, Tito Boeri, in merito all’ondata di preavvisi di DURC irregolari pervenuti, in molti casi erroneamente, alle aziende italiane. Calderone chiede a Boeri delucidazioni in merito all’operatività della risoluzione del problema, sottolineando come alle aziende, nelle missive, vengono imposti termini perentori per adempiere mentre l’Istituto non è altrettanto tempestivo.
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Ricordiamo che precedentemente, a fronte delle problematiche sollevate dai consulenti del lavoro, l’INPS aveva concesso una proroga di 30 giorni dei termini di scadenza degli avvisi di regolarità contributiva inviati per PEC. Iniziativa che tuttavia, fa osservare la presidente dell’Ordine, non risolve la questione relativa ai tempi entro i quali le sedi INPS chiuderanno definitivamente le evidenze. Infatti l’Istituto non ha ancora fornito alcuna informazione e rassicurazione in merito alla tempistica che la sede territoriale competente deve osservare, rispetto al contatto avviato dall’azienda.
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Il Presidente INPS, Boeri, si era già impegnato con Calderone per una soluzione immediata, per risolvere la valanga di avvisi di DURC irregolari. L’Istituto ha assicurato un pronto ripristino dell’operatività delle sedi locali, finalizzata ad un aggiornamento rapido degli archivi e alla conseguenze risoluzione delle anomalie segnalate dal CNO. Resta tuttavia l”incertezza di sapere cosa accadrà alla scadenza dei 45 giorni dall’invio della PEC (15 + 30 di proroga) e di quale sarà il giorno in cui la sede territoriale competente gestirà le comunicazioni dei consulenti del lavoro, riconfermando la regolarità dell’azienda viene ritenuto “inaccettabile”.
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Dunque Calderone chiede che venga fissato un termine di risposta motivata per ogni contatto da parte delle sedi, che da qualche settimana hanno a disposizione il funzionamento completo delle procedure e che comunque hanno praticamente tre anni di arretrati da recuperare a fronte del processo di reingegnerizzazione e di riorganizzazione delle proprie sedi territoriali avviato tre anni fa e solo ora portato a termine. In più si chiede all’INPS di garantire che nell’intervallo di tempo intercorrente tra le due fasi sia dato seguito all’emissione del DURC regolare. Nelle more della risposta, la procedura del DURC interno dovrà essere sospesa:
Se così non dovesse avvenire, potremmo trovarci nell’imbarazzante situazione in cui l’azienda nulla deve all’Istituto perché ha provveduto a dare seguito ad ogni richiesta pervenuta ma che le venga egualmente negata la regolarità per il rilascio del DURC. E ciò a causa di una mancata e tempestiva gestione da parte delle sedi INPS della pratica trasmessa dal Consulente o dall’azienda stessa”, si legge nella lettera di Calderone a Boeri.