In Consiglio dei Ministri il varo della Legge di Stabilità e del DDL sul rendiconto generale dello Stato (provvedimento formale ma dovuto in base all’articolo 81 della Costituzione) dopo l’ennesimo voto di fiducia richiesto da Berlusconi, poi dritti verso il Decreto Sviluppo.
Situazione al Governo rovente, dunque, e perciò animi mal predisposti al dialogo per trovare una soluzione condivisa per la crescita dell’economia italiana, obiettivo del Decreto Sviluppo.
Ne è un esempio lo scontro tra il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, e quello dell’Economia, Giulio Tremonti sul testo della Legge di Stabilità e sulla sottrazione dei fondi per la banda larga e alle TLC ora destinati ad altro.
Parliamo di quel 50% del maggior gettito incassato dallo Stato dall’asta per il 4G (circa 1,6 miliardi) che la manovra finanziaria di luglio aveva previsto di reinvestire in misure a sostegno del settore delle Telecomunicazioni e che ora invece la Legge di Stabilità – o almeno la sua bozza – vorrebbe destinare al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato e per quello a favore dell’Istruzione.
Desta anche preoccupazione la presenza di “ulteriori interventi correttivi” per i ministeri che non abbiano raggiunto gli obiettivi di riduzione della spesa pubblica, che si andrebbero ad aggiungere ai tagli da 18 miliardi di euro previsti entro il 2014 dalla manovra finanziaria.
Per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, non è possibile «un decreto per lo sviluppo a costo zero»: ci sarà «una parte a costo zero, ma un’altra parte con degli oneri, e bisogna trovare le coperture». In più sarebbe importante arrivare alla definizione del decreto entro il 23 ottobre, «quando ci sarà il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo».