conti pubblici positivi come mai prima per Italia, nonostante il problema crescita zero. Questa l’opinione espressa dal direttore per l’Europa del Fondo monetario internazionale (FMI), Antonio Borges, che ribadisce quanto già sottolineato da Tremonti: l’Italia è al momento tra i pochi Paesi ad avere un avanzo primario in attivo, «meglio persino di quello della Germania».
Il FMI ha lanciato l’ipotesi di comprare il debito sovrano dei Paesi in difficoltà come Italia e Spagna, insieme all’EFSF (European Financial Stability Facility) per ridare fiducia nell’Eurozona: «investire sul mercato primario o secondario mediante la creazione di un veicolo speciale di investimento».
Un’iniziativa possibile anche perché «Italia e Spagna sono paesi sostanzialmente solvibili, si trovano in una situazione diversa dai paesi sotto programma di salvataggio, hanno preso misure di consolidamento di bilancio notevoli» ma le riforme finora adottate si sono dimostrate inadatte e incomplete, inoltre le tasse sono troppo complesse e la produttività del lavoro è scarsa. In più su Italia e Spagna pesano i costi degli interessi sul debito sovrano più alti e le «aumentate tensioni sulle banche».
Serve poi un piano UE di ricapitalizzazione delle banche. Un intervento da 100 miliardi a 200 miliardi coordinato a livello europeo. Anche se per Borges «i piani di azione devono essere su base nazionale», la UE è pronta a fare sua parte. Il presidente della Commissione UE, Jose Barroso, ha annunciato di aver proposto agli Stati membri un’azione comune volta a ricapitalizzare le banche e liberarle dagli asset tossici nbel loro portafoglio.
Resta però il problema della riforme per la crescita: «se hai un alto debito pubblico, la crescita diventa fondamentale per rimediare a questa situazione, e l’Italia non è cresciuta per niente», ha spiegato Borges.
In questo contesto è fondamentale mettere in campo riforme «che possano liberare il potenziale dell’economia italiana».
Un punto sul quale anche la UE ha posto l’accento. Per quanto riguarda il nuovo downgrade del debito italiano operato da Moody’s dopo Standard & Poor’s, la Commissione Europea mantiene il suo giudizio: «il Paese ha preso seri impegni di consolidamento fiscale che vanno nella giusta direzione e che gli permettono di arrivare al pareggio di bilancio nel 2013».