Rimosso il segreto amministrativo sul SISTRI, come annunciato dal Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, quale sarà ora il destino del sistema di tracciamento elettronico dei rifiuti? A pochi mesi dall’entrata in vigore (9 febbraio 2012) dopo la proroga concessa dalla manovra finanziaria, non si placano le proteste delle aziende che hanno già versato le quote d’iscrizione 2011 ad un sistema mai partito: CNA-Fita ha preannunciato la scorsa settimana una class action per i rimborsi alle aziende di trasporto delle quote già versate (inutilmente) per il 2011.
La richieste delle aziende aderenti a CNA-Fita è che il Governo rimborsi le quote SISTRI, magari trasformandole in credito d’imposta o in esonero dal contributo 2012. In caso contrario, scatterebbe la richiesta di class action SISTRI contro il Ministero.
Non resta che attendere l’avvio degli incontri tecnici tra Ministero dell’Ambiente e le associazini di categoria, a cui anche CNA-Fita ha richiesto di partecipare. Intanto, il capogruppo Pd della Commissione Bicamerale sui rifiuti, Alessandro Brattiha commentato la rimozione del segreto sul SISTRI, senza però nasconderne la scarsa utilità in tempi così tardivi:«fa piacere che sia stato rimosso il segreto amministrativo, ma questa notizia arriva furori tempo utile dato che esiste un’indagine della magistratura volta a verificare la correttezza delle procedure di assegnazione del sofisticato sistema informatico».
In soldoni, il punto è che il tanto odiato SISTRI ha subito così tante proroghe e rinvii che l’intera platea degli interessati si sta chiedendo da troppi mesi “perchè”: perchè il sistema non funziona? Perchè il segreto sulla procedura di assegnazione della gestione del sistema? Perchè subire le conseguenze al posto dei veri responsabili? «Quel che desta perplessità è la mancanza di un confronto con le categorie produttive, fondamentale per attivare un sistema così complesso» ha aggiunto Bratti, riallacciandosi così alla necessità che le aziende e gli operatori siano coinvolti.
»Chiederemo al più presto un impegno certo del ministero per attivare un incontro costruttivo con tutto il sistema imprenditoriale per evitare che il SISTRI si trasformi in uno spreco di risorse pubbliche: stiamo parlando infatti di un affare di circa 70 milioni l’anno per cinque anni che il sistema delle imprese italiano dovrà sostenere».