Ancora un downgrade per l’Italia. Non è bastata la fiducia del ministro Tremonti sul nostro pareggio di bilancio a convincere Moody’s: l’agenzia ha annunciato il taglio del suo rating sull’Italia di ben tre livelli (da Aa2 ad A2), sulla scia di quanto già fatto da Standard & Poor’s. La crescita zero che accompagna i nostri programmi nazionali fa paura, non solo gli Italiani in balia di manovre finanziarie di “lacrime e sangue” ma anche ai mercati finanziari: « un outlook negativo determinato dai crescenti dubbi sulla reale capacità del governo di ridurre il debito in mancanza di una solida crescita».
Soltanto ieri Tremonti puntava sulla sicurezza del pareggio del bilancio per rassicurare i mercati, in un accorato intervento a margine del vertice Ecofin. Ma i commenti sulla Spagna devono aver lasciato emergere le tensioni politiche che contribuiscono a togliere stabilità al governo Berlusconi.
Tremonti si è lasciato sfuggire che il calo dello spread dei titoli spagnoli rispetto a quelli tedeschi (inferiore a quelli italiani) forse dipenderebbe anche «da annuncio di nuove elezioni, che di per sè è una prospettiva di cambiamento e quindi un’apertura al futuro». Immaginabili le reazioni di Berlusconi e di tutta la maggioranza.
Di fronte al clamore sollevato dalle sue dichiarazioni sul miglior andamento del differenziale tra Bonos iberici e Bund tedeschi – a dispetto dei Bot italiani! – il ministro si è giustificato:«non mi riferivo all’Italia. […] L’Italia ha appena fatto il pareggio di bilancio e sta facendo la legge di stabilità.
Di fatto, però, il siparietto non ha aiutato a ridare fiducia ai mercati. La crisi imperversa in Europa e gira attorno al rischio sovrano (con effetti sui crediti bancari, come ricordato dallo stesso Tremonti). Se da un lato è vero che «l’Italia è uno dei pochi paesi che ha l’avanzo primario di bilancio pubblico – un elemento che contribuisce alla discesa del nostro debito» e che continua a crescere – dall’altro i proclami sulle strategie dell’Italia per riavviare la crescita economica non hanno convinto. Continuare a parlare di tagli o di riforma delle pensioni non ha aiutato Tremonti a convincere Moody’s: dopo attente valutazioni l’agenzia di rating ha proceduto con il temuto (e atteso) taglio del rating italiano.