L’obiettivo numero uno della recente Manovra Finanziaria è il pareggio di bilancio nel 2013. Peccato che gran parte dei 54 miliardi che il provvedimento si prefigge di recuperare derivano da misure che incidono sulle tasche dei contribuenti italiani. Lo stesso risultato so sarebbe potuto raggiungere senza tassare gli Italiani, e procedendo invece ad una più efficace digitalizzazione della Pubblica amministrazione.
Ben 43 miliardi di euro potrebbero essere risparmiati ogni anno dal Governo semplicemente avviando una seria ed efficace manovra volta a dare vita ad una fattiva PA digitale, locale e centrale, vantaggi per tutti: conti pubblici, cittadini e imprese.
A quantificare i benefici economici, uno studio degli Osservatori del Politecnico di Milano. Esiste in Italia un paradosso che pone le nostre Amministrazioni Pubbliche «in mezzo a due fuochi», da una parte c’è una crescente richiesta di servizi da parte dei cittadini e delle imprese, dall’altra c’è una ridotta disponibilità di risorse. «L’unico modo “ragionevole” per risolvere il paradosso – spiega Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatori ICT&Management del Politecnico di Milano – consiste nell’aumentare la produttività delle risorse, in particolare del lavoro, attraverso l’innovazione di processo».
Importante è sottolineare che «i progetti di innovazione basati sulle nuove tecnologie possono consentire di “liberare” risorse per decine di miliardi di euro direttamente nella PA, e pari almeno al doppio nelle imprese e nei cittadini che interagiscono con la PA». In sostanza questo permetterebbe di ottenere risparmi di tre tipi: a livello di acquisti di beni e servizi; aumento della produttività; indotti a favore delle imprese.
La manovra finanziaria, lo ricordiamo, si è invece concentrata sul “fare cassa” subito ma chiedendo sacrifici soprattutto ai contribuenti: basti pensare a misure onerose come aumento Iva, prelievo di solidarietà sui redditi più alti e l’innalzamento dell’età pensionabile.