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Riforma pensioni: Sacconi vs. sindacati

di Noemi Ricci

Pubblicato 26 Settembre 2011
Aggiornato 6 Gennaio 2012 10:43

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Riforma pensioni sotto la lente: braccio di ferro tra Sacconi e i sindacati su anzianità, età di pensionamento delle donne, aspettativa di vita e calcolo pensione con metodo contributivo.

Riforma pensioni: il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, lancia alle parti sociali un appello per trovare un avviso comune per portare il sistema previdenziale a regime, la Susanna Camusso (Cgil) rifiuta l’ipotesi di una riforma pensata solo «per fare cassa» e invita ad una diversa revisione del sistema pensionistico, finalizzata a trovare un equilibrio.

Camusso si è così espressa sulla riforma delle pensioni: inasprire i requisiti per le pensioni di vecchiaia è in contrasto con le dinamiche del mercato del lavoro, «dove viene chiesto che ad una certa età si vada in mobilità o ci sia l’accompagnamento alla pensione».

Le risorse necessarie a sanare il debito italiano non dovrebbero essere ottenute penalizzando i lavoratori dipendenti che, secondo Camusso, hanno già «pagato alti prezzi», bensì tra «chi non ha pagato in tutti questi anni».

Questo non significa che il sistema pensionistico italiano sia perfetto, sicuramente «ci sono delle cose da fare» e «la prima di queste è che vadano in pareggio di bilancio i fondi pensionistici che non lo sono, e nessuno di questi è quello dei lavoratori dipendenti che invece è in pareggio. Si può ridiscutere della flessibilità, noi siamo sempre stati pronti a discuterne».

Sacconi chiede invece alle parti sociali di «trovare un’intesa tra loro sulle pensioni» auspicando «un avviso comune sulla transizione del sistema: pensioni delle donne, sistema di calcolo contributivo e aspettative di vita.».

Il ministro ha sottolineato come attualmente le parti sociali siano «staccate» sul fronte della previdenza e quindi sui temi legati a «lavoro e pensioni».

Per la Cisl la via della riforma delle pensioni da percorrere non è quella dell’avviso comunque bensì quella della concertazione. La Uil si è dimostrata aperta al dialogo e ha riportato l’attenzione sulla questione giovani. Punto, quest’ultimo, sul quale concorda anche Sacconi, ammettendo che «obiettivamente c’è un problema intergenerazionale: bisogna riprodurre un riequilibrio tra generazioni a favore dei giovani, altrimenti pagheranno il prezzo degli errori dei loro padri e dei cambiamenti in atto nel mondo» e anche per questo è necessaria un’intesa preventiva tra le parti sociali.