Il ricambio generazionale all’interno delle PMI italiane è stato importante per la loro ripresa ed espansione anche all’estero.
Queste sono le conclusioni tratte da una ricerca condotta su un campione di quattromila aziende, dalla quale è risultato che circa la metà di esse ha cambiato strategia negli ultimi cinque anni. Il cambiamento è stato ottenuto grazie alla ricerca di nuovi settori per nuovi prodotti, alla delocalizzazione e cominciando anche a collaborare con partner esteri per migliorare le loro performance con comportamenti innovativi come il lancio di nuovi prodotti, investimenti nel marchio e internazionalizzazione.
È quanto affiora dai dati della relazione annuale del governatore di Bankitalia Mario Draghi, dove emergono accenni anche ai temi dell’innovazione.
In particolare, è grazie al cambiamento ai vertici delle organizzazioni che è stata possibile questa svolta. Infatti, il ricambio generazionale tra gli imprenditori ne ha ridotto l’età media e accresciuto il grado d’istruzione.
Nelle imprese industriali con oltre 50 addetti la quota di imprenditori con 65 anni di età e oltre è scesa dal 37,4% del 2002 al 24,4% del 2006, mentre l’incidenza degli imprenditori con età compresa tra i 35 e i 55 anni è salita dal 29,1% al 43,9%.
Per queste imprese la quota di imprenditori laureati è passata dal 23% al 37,4% e quella degli imprenditori con titoli postuniversitari dal 2,8% al 4,2%. La percentuale di imprenditori con titolo di licenza media o inferiore è scesa dal 22,4% al 9,5%.
Secondo quanto afferma Mario Draghi, nel 2006 per le PMI si è assistito ad una ripresa economica rispetto agli anni precedenti. Infatti, oggi, una buona parte di aziende italiane ha ricominciato a crescere, e questo si vede soprattutto dalla loro maggiore presenza all’estero, in particolare in Cina, e dalla loro maggiore attenzione a design, marketing e assistenza per rendere i loro prodotti più competitivi sul mercato.