![Efficienza energetica](https://cdn.pmi.it/d7y-L0NFsSSlps82dXSEaugQ9jY=/650x350/smart/https://www.pmi.it/app/uploads/2012/05/rinnovabili-300x300.jpg)
![logo PMI+](https://www.pmi.it/app/themes/pmi-2018/dist/images/pmi+/pmiplus-logo-big-white.png)
![logo PMI+](https://www.pmi.it/app/themes/pmi-2018/dist/images/pmi+/pmiplus-logo-big-white.png)
Cresce il numero di aziende interessate alla certificazione di qualtà ambientale. Il motivo principale è che i benefici introdotti dalla certificazione, e quindi da una nuova cultura green-oriented, sono significativi e quantificabili.
Le organizzazioni quindi, soprattutto Pmi, puntano sempre di più all’adeguamento rispetto allo standard ISO 14001, con l’obiettivo di ottenere miglioramenti ambientali, organizzativi ed economici.
Tra i principali vantaggi si evidenzano la riduzione dei costi energetici e dei costi relativi alla produzione dei rifiuti, considerato di primaria importanza dal 57% delle imprese, la riduzione degli scarti di produzione o dell’aumento del fatturato (50% circa), riduzione dei costi per l’acquisto di materie prime (20% circa).
Sono questi i dati che emergono da un’indagine del Cesqa (Centro Studi Qualità Ambiente) dell’Università degli Studi di Padova e di Accredia (l’Ente italiano di accreditamento) secondo la quale le Pmi e in generale le imprese italiane risultano consapevoli circa le potenzialità di una certificazione energetica.
Nello specifico è l’84% delle Pmi e il 16% grandi imprese che risulta interessato alla tematica, con una partecipazione del 250% in più rispetto a quella registrata nel 2008. Attualmente sono circa 16 mila i siti certificati, ovvero il doppio rispetto alla rilevazione di cinque anni fa.