La manovra finanziaria 2011 ha concluso il suo iter parlamentare per diventare legge, ma ne corso della discussione è stato accolto un ordine del giorno (di Domenico Scilipoti) che impegna il Governo a valutare l’opportunità di effettuare un nuovo condono edilizio.
Presentato nella seduta di approvazione della manovra finanziaria 2011, il documento invita a valutare l’ipotesi di una maxi-sanatoria fiscale per un valore di 35 mld di euro.
La «straordinarietà situazione economica europea e mondiale» giustificherebbe «il ricorso al tanto vituperato condono fiscale» e al condono edilizio.
Si parla di piccoli abusi residenziali compiuti entro il 31 dicembre 2010, in ampliamento di opere regolarmente assentite per un massimo del 25% sulla volumetria originaria e comunque non superiore a 400 metri cubi (circa 130 mq).
Il condono potrà essere applicato anche per ampliamenti non realizzati in aderenza alla costruzione originaria, purché non venga superata la distanza di 75 metri dalla costruzione originaria regolarmente assentita.
Il Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha espresso perplessità, ritenendo che così si vada a premiare «abusivismo, malaffare e criminalità», contribuendo «alla devastazione del paesaggio nazionale» invece di salvaguardarlo.
Gli architetti italiani invitano piuttosto maggioranza e opposizione a condividere «misure di rilancio dell’economia, che partano proprio dalla valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale, edilizio e territoriale del nostro Paese».