I rivenditori possono beneficiare della tecnologia RFID (radio frequency identification), ma devono prima convincere i consumatori che tale tecnologia non vuole essere una strategia per acquisire informazioni personali.
Così ha esordito ieri Bob Willet, CIO di Best Buy, durante ERI eXchange, l’evento dedicato ai sistemi di vendita, in corso a Boston fino al 7 Giugno.
Willet ha definito l’RFID la migliore opportunità per coloro che devono gestire notevoli quantità di prodotti.
L’atteggiamento positivo dimostrato da Willet riguardo alla tecnologia in questione sembrerebbe non coincidere con la realtà dei fatti, almeno secondo quanto dichiarato da CompTia (Computing Technology Industry Association).
La società, nel condurre una ricerca dal titolo “Lo stato dell’RFID” che ha coinvolto un campione di 64 aziende, ha evidenziato che, seppure per i due terzi degli intervistati l’RFID stia diventando la tecnologia di riferimento per tutta la supply chain, per il 69% del campione mancano le risorse necessarie per poter sfruttare al meglio tutte le potenzialità.
I ricercatori hanno, comunque, evidenziato un miglioramento rispetto agli anni precedenti: infatti, nel 2006 il 75% degli intervistati aveva denunciato una mancanza di risorse, l’80% invece nel 2005.
Tra le principali sfide collegate all’RFID rientrano l’acquisizione di nuovi clienti a cui offrire soluzioni di questo tipo (per il 46%), lo sviluppo di attività di formazione dedicate (per il 44%) e il superamento delle resistenze al suo utilizzo (per il 43%).