Garanzia Giovani, il grande flop

di Barbara Weisz

Pubblicato 29 Aprile 2015
Aggiornato 6 Maggio 2015 09:58

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Critiche dai giovani e dal mondo del lavoro al piano Garanzia Giovani: poche proposte, di scarsa qualità, non adatte ai NEET, attesa per il decreto Politiche Attive del Jobs Act.

Proposte di lavoro inadeguate, colloqui di lavoro insoddisfacenti, una bocciatura da parte dei giovani: il primo compleanno del programma Garanzia Giovani è accompagnato da critiche che arrivano da diverse parti, mentre il ministero del Lavoro, Giuliano Poletti, è soddisfatto dei 550mila giovani che si sono iscritti al piano, pur ammettendo che «ci sono ampi margini di miglioramento». Il Programma Garanzia Giovani, partito il primo maggio dello scorso anno, si rivolge ai NEET (giovani che non studiano e non lavorano) under 30 con opportunità di ingresso nel mondo del lavoro.

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C’è un portale specifico, attraverso il quale è possibile inserire il proprio curriculum, e ci sono poi bandi e iniziative a livello regionale. Secondo un sondaggio effettuato da ADAPT per la testata online “Repubblica degli Stagisti” su 3mila giovani, il voto medio dato all’iniziativa, su una scala da 1 a 10, è pari a 3,7. Le principali criticità evidenziate: fra i giovani che si sono iscritti e sono stati poi contattati, solo il 48% ha avuto un primo colloquio. Fra questi, il 39% dichiara di non aver ricevuto alcuna proposta concreta, al 44% sono state presentate generiche ipotesi future di lavoro e stage, il 24% ha effettuato un secondo colloquio più operativo.

Secondo Michele Tiraboschi, docente di diritto del Lavoro all’Università di Modena e Reggio Emilia nonché coordinatore scientifico di Adapt:

«La qualità delle poche proposte» che i giovani ricevono «è spesso dubbia senza un filtro chiaro e poco in linea con l’obiettivo di aumento dell’occupabilità che il piano si prefiggeva. Fra gli annunci pubblicati sul portale, non mancano «tirocini truffa, pagati dallo Stato, per posizioni di vero e proprio lavoro per le quali si richiedono anni di esperienza e competenze già acquisite».

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ammette che c’è ancora molta strada da fare ma nel complesso ritiene che:

«Avere 550 mila giovani che si sono registrati è un risultato non banale. E il fatto che dopo 12 mesi continuino a registrarsi 10/15 mila giovani al mese» è «una grande soddisfazione».

Per quanto riguarda le strategie per migliorare la situazione, Tiraboschi ritiene che un’opportunità possa essere rappresentata dal decreto del Jobs Act sulle politiche attive per il lavoro, atteso per i prossimi mesi.

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La legge delega di Riforma del Lavoro, lo ricordiamo, prevede il potenziamento delle politiche attive, attraverso una serie di strumenti come l’Agenzia Nazionale per l’occupazione e il rafforzamento dei servizi per l’impiego. Si può citare anche una misura inserita nel decreto Ammortizzatori Sociali, ovvero il Contratto di Ricollocazione, un voucher assegnato in base al profilo di occupabilità che l’agenzia per il lavoro o il centro per l’impiego incassa solo se il disoccupato trova lavoro.