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Rincari energia per imprese e Pmi d’Italia

di Anna Fabi

Pubblicato 1 Settembre 2011
Aggiornato 24 Settembre 2015 12:58

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Confartigianato: le imprese italiane pagano il 30% in più della media UE per la bolletta elettrica, con un divario per le Pmi pari al 134%, per colpa della pressione fiscale, di cui l'Italia è maglia nera.

Le aziende italiane sono quelle che pagano di più in Europa per la fornitura di corrente elettrica: 7,9 miliardi in più ogni anno di costi in bolletta. Le imprese d’Italia sostengono un costo pari a +31,7% della media UE (0,5 punti del valore aggiunto) e ogni singola azienda sborsa 1.776 euro annui in più. Per le Pmi il divario è ancor più drammatico: +134,1% rispetto alla media UE.

Sono i dati emersi dall’analisi condotta dall’Ufficio studi di Confartigianato (su dati Eurostat), che ha stilato anche la classifica delle regioni e delle province in cui le imprese sono maggiormente vessate dai costi elettrici.

I rincari sono dovuti in buona misura all’aumento della pressione fiscale, che grava per ben il 22,7% del prezzo finale dell’elettricità. Da tempo maglia nera nella UE proprio per peso degli oneri fiscali, l’Italia vanta il triste record negativo nell’ Eurozona di imposte sull’energia (31.750 mln di euro l’anno): +23%, pari a 6,1 miliardi in più ogni anno di tasse sull’energia rispetto alla media europea.

A pagare lo scotto maggiore sono le imprese del Nord: nel 2010 hanno pagato 4.615 mln di euro in più rispetto alle altre imprese della UE per l’energia elettrica. Seguono le aziende del Centro Italia, con un gap-UE pari a 1.392 mln di euro, per terminare con le aziende del Mezzogiorno con 1.932 mln di euro di divario.

Maglia nera alla Lombardia (1.808 milioni di euro in più rispetto alla media UE), seguita da Veneto (800 mln), Emilia Romagna (711 mln) e Piemonte (677 mln). Il divario per azienda si sente soprattutto in Friuli Venezia Giulia (3.151 euro), Sardegna (2.708 euro), Lombardia (2.208 euro), Valle d’Aosta (2.187 euro), Umbria (2.164 euro) e Trentino Alto Adige (2.036 euro).

Tra le province, è Milano la più oppressa dai rincari dei costi energetici (448 mln), seguita da Roma (365 mln), Brescia (356 mln), Torino (276 mln), Bergamo (230 mln).