Il presidente dell’INPS, Tito Boeri, anticipa la proposta che si appresta a fare al Governo il prossimo giugno in tema di Riforma delle Pensioni, tra le quali la pensione il primo del mese, la garanzia di un reddito minimo per gli over 55 in condizioni di povertà, maggiore flessibilità in uscita dal lavoro e un netto taglio dei privilegi per recuperare risorse per rendere più equo il welfare. Da giugno, annuncia Boeri:
L’INPS vuole «realizzare un’operazione socialmente importante: pagare tutte le prestazioni, dalle pensioni alle indennità di accompagnamento, il primo di ogni mese e non più come adesso in date differenti in relazione alla prestazione e al fondo di gestione».
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Le Poste, secondo quanto rivelato da Boeri, hanno già accettato e a giorni dovrebbe arrivare la risposta delle banche. La proposta di Boeri al Governo nasce dalla consapevolezza che servono modifiche alla Riforma delle Pensioni Fornero:
«Con le regole attuali avremmo avuto pensionati poveri, con problemi di liquidità, che avrebbero ricevuto le pensioni dieci giorni più tardi, per effetto di un recente provvedimento normativo. Inoltre, unificando le pensioni si assicura migliore funzionalità del servizio, riduzione dei costi, maggiore trasparenza, liquidità per fronteggiare spese tipicamente concentrate a inizio mese. È il primo passo verso l’unificazione delle pensioni».
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Le altre proposte che avanzerà l’INPS al Governo, al quale poi spetteranno le decisioni, e al Parlamento, che dovrà valutarle, ci sono:
- il ricalcolo con il metodo contributivo di tutte le pensioni;
- un contributo di solidarietà da parte delle pensioni più alte per la complessiva sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale. Questo però solo «se dovessero esserci esigenze finanziarie all’interno del sistema previdenziale potremmo anche prenderla in considerazione ma solo per le pensioni alte, molto alte. Non per fare cassa ma per ragioni di equità»;
- possibilità di uscire in anticipo dal mondo del lavoro (pensione anticipata), rispetto ai requisiti di anzianità richiesti, accettando una piccola penalizzazione sul trattamento pensionistico, anche per attenuare il conflitto generazionale.