Il Decreto 138 del 13 agosto (la manovra finanziaria bis) prevede la soppressione del SISTRI, dopo anni di sperimentazioni costose e fallimentari. Tuttavia, l’Italia dei Valori ed il Pd si sono impegnati sin da subito a presentare un emendamento alla manovra bis per evitare l’abrogazione del SISTRI – pur con la speranza di migliorarne le funionalità – in quanto il sistema di tracciabilità dei rifiuti rientra tra le indicazioni della UE.
Il SISTRI doveva entrare in vigore a scaglioni, con la prima scadenza prevista per il primo settembre 2011, per le imprese dell’autotrasporto e per le grandi aziende che producono rifiuti. Ora è tutto bloccato. Ancora.
O forse no, visto che il decreto è in fase di discussione al Senato con tutti i suoi 600 emendamenti alla manovra finanziaria.
C’è ancora ampio margine di modifica al testo della manovra finanziaria.
Imprese all’erta dunque, perchè nulla è ancora detto. Certo è che se l’iter della manovra bis si concluderà entro il 18 settembre, sarà già stata ampiamente superata la data del primo degli scaglioni SISTRI, con enorme confusione e problemi per le aziende.
Gli emendamenti dell’opposizione alla manovra bis prevedono la proroga SISTRI al 2012, ma con una fase di sperimentazione con operatori e aziende software per correggere gli errori del sistema attuale, introducendo procedure diverse e adempimenti più semplici per le imprese che trattano rifiuti non pericolosi.
Il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha dichiarato che vi è «larga convergenza sulla necessità di eliminare dalla manovra la norma che abrogava il SISTRI». Vedremo. Certo è che se dovesse essere confermata l’abolizione del SISTRI, ci sarà da sperare in un rimborso delle quote versate per l’iscrizione al Registro da parte delle centinaia di imprese che si erano adeguate al SISTRI? Oltre al danno la beffa.