Ci sono anche misure a favore della partecipazione agli appalti di microimprese e PMI, per valorizzare la territorialità, nel disegno di legge delega sul Nuovo Codice degli Appalti presentato in commissine al Senato. Forti semplificazioni normative e procedurali, più ampie funzioni di controllo anticorruzione all’ANAC, criterio del miglior rapporto qualità prezzo nella valutazione delle offerte, trasparenza delle procedure, finanza di progetto, rating di legalità, sono gli altri punti fermi della Riforma degli Appalti, presentata in commissione Lavori Pubblici al Senato anche in attuazione delle direttive UE in materia.
=> Appalti: verso un nuovo Testo Unico
Il testo armonizza le regole italiane con le direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, e integra il testo del Governo. Innanzitutto, c’è una sforbiciata di norme: da 650 a 250 articoli. La delega in questo senso prevede il divieto di introduzione o di mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive, come definiti dall‘articolo 14, commi 24-ter e 24-quater, della legge 246/2005. Il nuovo «Codice degli appalti pubblici e delle concessioni» conterrà tutte le norme su affidamento, gestione, esecuzione degli appalti e delle concessioni, garantendo l’effettivo coordinamento e l’ordinata transizione tra la vigente e la nuova disciplina, al fine di evitare incertezze interpretative ed applicative, nel rispetto del princìpi del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
Per quanto riguarda in particolare le PMI, c’è una specifica delega a valorizzare le esigenze sociali ed ambientali, con criteri e modalità premiali di valutazione delle offerte nei confronti delle «imprese che operano nel proprio territorio, in ottemperanza ai principi di economicità dell’appalto, semplificazione ed implementazione dell’accesso delle micro, piccole e medie imprese, privilegiando gli aspetti della “territorialità” e della “filiera corta” e attribuendo un peso specifico anche alle ricadute occupazionali sottese alle procedure di accesso al mercato degli appalti pubblici». Ed è previsto anche il miglioramento delle condizioni di accesso al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni per le piccole e medie imprese e per le imprese di nuova costituzione, anche attraverso il divieto di aggregazione artificiosa degli appalti.
=> Appalti: limiti all’offerta più vantaggiosa
Il disegno di legge delega stabilisce poi una serie di criteri a cui deve ispirarsi il nuovo Codice degli appalti, fra i quali:
- trasparenza, pubblicità e tracciabilità delle procedure di gara;
- attribuzione all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) di più ampie funzioni di vigilanza;
- criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, misurata sul miglior rapporto qualità-prezzo;
- valorizzazione della fase progettuale negli appalti pubblici;
- adeguati livelli di pubblicità e trasparenza delle procedure anche per gli appalti pubblici e le concessioni nelle forme di aggiudicazione diretta;
- disciplina specifica per gli appalti pubblici di servizi ad alta intensità di manodopera, nei quali il costo della manodopera è pari almeno al 50% dell’importo totale del contratto, con l’introduzione di “clausole sociali” per la stabilità occupazionale del personale impiegato;
- forme di dibattito pubblico (sul modello del débat public francese) delle comunità locali dei territori interessati dalla realizzazione di grandi progetti infrastrutturali aventi impatto sull’ambiente o sull’assetto del territorio. (Fonte: Appalti, ddl in commissione al Senato)