Il Consulente del Lavoro assiste l’impresa in tutto il processo di finanziamento, dalla richiesta all’erogazione allo sviluppo del piano imprenditoriale, mentre l’operatore del Microcredito, che gestisce operativamente la pratica, ha anche una serie di obblighi relativi alle strategie di sviluppo: sono alcune delle precisazioni contenute nell’approfondimento della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro sul Bando Microcredito PMI, che prevede finanziamenti fino a 25mila o 35mila euro per avviare un’attività. Ulteriori informazioni anche sulle garanzie attivabili.
=> Microcredito PMI: guida dei consulenti del lavoro
Si attendono ancora le istruzioni operative del ministero dello Sviluppo Economico, ultimo passaggio normativo dopo il decreto applicativo dello scorso 18 marzo, per dare definitivamente via al bando (dopo il 13 aprile), ma per il resto il meccanismo di base è noto, e prevede che l’impresa si rivolga direttamente al Consulente del Lavoro, che poi avvierà la pratica inoltrando l’istanza. Nel dettaglio, il professionista assiste l’impresa o il lavoratore autonomo nello studio di fattibilità del progetto di avvio o sviluppo dell’attività e nella presentazione dell’istanza sul portale del MiSE per l’accesso alle garanzie del fondo per l’apertura di credito, avvia le pratiche amministrative per l’inizio dell’attività, segue la regolare erogazione del finanziamento e la realizzazione del piano imprenditoriale.
=> Bando Microcredto PMI: indicazioni operative
L’operatore del microcredito, quindi la banca o l’intermediario finanziario, riceve il progetto entro cinque giorni lavorativi dalla prenotazione della garanzia, ed entro 60 giorni istruisce la pratica, valuta il progetto, e conclude l’iter. Le regole prevedono che l’operatore sia tenuto a prestare almeno due dei seguenti servizi:
- supporto alla definizione della strategia di sviluppo del progetto e all’analisi di soluzioni per il miglioramento dello svolgimento dell’attività;
- formazione sulle tecniche di amministrazione dell’impresa (gestione contabile, gestione finanziaria, gestione del personale);
- formazione sull’uso delle tecnologie per la produttività dell’attività;
- supporto alla definizione di prezzi e strategie di vendita, anche effettuando studi di mercato;
- supporto per la soluzione di problemi legali, fiscali e amministrativi e informazioni circa i relativi servizi disponibili sul mercato;
- supporto alla definizione del percorso di inserimento nel mercato del lavoro;
- supporto all’individuazione e diagnosi di eventuali criticità dell’implementazione del progetto.
E’ possibile anche affidare queste attività a soggetti terzi, che si impegnano a riferire periodicamente all’operatore l’andamento della situazione. Per quanto riguarda la garanzia, è concesse dal fondo a titolo gratuito senza che debbano essere assistite da garanzia reale e senza valutazione economico-finanziaria del beneficiario. E’ prevista una misura massima pari all’80% del finanziamento, con copertura fino all’80% dell’esposizione per capitale e interessi. Esempio: su un finanziamento di 25mila euro, il fondo ne garantisce 20mila (l’80%), e all’interno di tale importo garantisce l’80% di capitale e interessi. Se l’impresa deve ancora restituire 22mila euro di capitale e 7mila euro di interessi, il fondo risponde con 17mila 600 euro di capitale e 2400 euro di interessi.
Il tasso comprensivo globale non può superare quello medio per la categoria di operazionn effettuate, moltiplicato per 0,8. Al momento, non può superare l’8,47%. Esempi:
- finanziamento da 25mila euro rimborsabile in sette anni con rata mensile: il rimborso totale sarà pari a 33mila224,95 euro (contando 8mila224,95 euro di interessi), con rata mensile di 395,54;
- finanziamento da 35mila euro rimborsabile in sette anni con rata mensile: l’impresa alla fine pagherà 46mila514,93 euro (interessi pari a 11mila514,93), a rate mensili di 553,75 euro;
- finanziamento da 25mila euro in sette anni con rata trimestrale: rimborso totale di 33mila 395,60 euro (8.395,60 euro di interessi), con rata trimestrale pari a 1192,70 euro;
- finanziamento da 25mila euro in dieci anni con rata mensile: riumborso totale pari a 37mila 147,59 euro (12mila 147,59 euro di interessi), con rata mensile di 309,56 euro.
Ricordiamo brevemente che il microcredito è riconosciuto per l’avvio o lo sviluppo di un’attività di lavoro autonomo o di microimpresa organizzata in forma individuale, di associazione, società di persone, società a responsabilità limitata semplificata (escluse, quindi, le altre forme di srl), società cooperativa, oppure a promuovere l’inserimento di persone fisiche nel mercato del lavoro. Sono esclusi:
- lavoratori autonomi o imprese titolari di partita IVA da più di 5 anni;
- lavoratori autonomi o imprese individuali con un numero di dipendenti superiore a 5 unità;
- società di persone, srl semplificate, società cooperative con un numero di dipendenti non superiori alle dieci unità;
- imprese che hanno avuto, nei tre esercizi precedenti al deposito dell’istanza di fallimento o dall’inizio dell’attività se di natura inferiore, un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore a 300mila euro, oppure ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore a 200mila euro;
- soggetti con un indebitamento superiore a 100mila euro.
Le attività finanziabili: acquisto di beni (anche materie prime necessarie alla produzione di beni o servizi e merci destinate alla rivendita), e di servizi strumentali all’attività (compresi i canoni delle operazioni di leasing e il pagamento delle spese per polizze assicurative). Pagamento di corsi di formazione anche di natura universitaria o post-universitaria per agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone fisiche beneficiarie del finanziamento. (Fonte: approfondimento Consulenti del Lavoro del 31 marzo 2015)