Riforma Pensioni, approvata all’unanimità la mozione Pd Cazzola-Gnecchi sul cumulo dei contributi previdenziali. La Camera ha detto”sì” alla ricongiunzione delle pensioni non onerosa. Dal 2010, ricordiamo, costa migliaia di euro sommare i propri contributi versati presso diverse casse previdenziali mentre prima era gratuito.
Obiettivo di questo specifico punto della Riforma pensioni, evitare penalizzazioni economiche per i lavoratori che cambiano spesso impiego, ben più che in passato.
Soddisfatti i promotori Pd, che chiedono di godere di un unico trattamento pensionistico, cumulando «tutti i periodi assicurativi, di qualsiasi durata, posseduti presso le diverse gestione previdenziali».
La mozione chiede di rimuovere l’attuale limite di tre anni per quanto riguarda la totalizzazione dei contributi. «La commissione Lavoro della Camera ha inoltre predisposto una proposta di legge unitaria su questi temi per le necessarie modifiche legislative. La nostra pressione sul governo dovrà continuare al fine di ottenere un impegno immediato che corregga gli errori normativi che penalizzano molti lavoratori costretti a pagare la ricongiunzione della pensione con oneri insostenibili».
Parere positivo, su questa riforma delle pensioni, anche da parte della UIL: «si tratta di un intervento più volte sollecitato dalla UIL a seguito dell’approvazione della legge n.122/2010 che introduceva complicazioni e iniquità per alcune categorie di lavoratori». Anche il sindacato ha sottolineato l’importanza del provvedimento soprattutto per il settore giovanile, chiedendo al governo di coinvolgere le parti sociali nella sua definizione perché «possono dare un contributo importante per la puntuale definizione del tema».
L’augurio del capogruppo Udc in commissione Lavoro della Camera, Nedo Poli, è che ora si proceda con una «accelerazione dell’iter per l’approvazione definitiva entro l’anno del testo unico concordato in commissione Lavoro», perché questa riforma delle pensioni è fondamentale per evitare che i giovani oggi si troveranno «domani a dover pagare contributi che con molta probabilità, per come è strutturato oggi il sistema pensionistico, non riscuoteranno mai».
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