Riforma dell’apprendistato: anche la Cgil ha firmato il Testo Unico dopo che sono state apportate le modifiche richieste per quanto riguarda durata, formazione, ruolo del ccnl, stabilizzazione, stage e tirocinii.
In particolare: ridotta la durata massima (da 6 a 3 anni), introdotta la previsione di una durata minima, le ore di formazione passano a 40 per il primo anno e 24 per il secondo, eliminate per i successivi.
Tuttavia, il ruolo del CCNL rimane sovraordinato e, allo stesso modo, non sono state apportate modifiche al repertorio delle professioni, ai meccanismi pubblici di certificazione, all’impossibilità di sommare sotto-inquadramento e percentualizzazione del salario dell’apprendista. Per eventuali novità su stage e tirocini, invece, bisognerà attendere l’esito dell’apposito tavolo.
Per Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, «rimangono per ora solo le perplessità legate all’apprendistato per i lavoratori in mobilità e all’età per l’avvio (attualmente fissata a 15 anni).
L’ok è stato unanime per i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl; “sì” anche da parte di Confindustria, Confartigianato e Confapi.
“No” invece da parte di ABI, Ania, Confcommercio, Confesercenti e Confetra. In particolare Confcommercio si è dmostrata contraria al riconoscimento della maggiore durata per l’Artigianato (apprezzato invece da Confartigianato) visto che il 46,4% degli apprendisti viene occupato nei settori del commercio e dei servizi e che in questo modo viene sancita di fatto «una distinzione di durata del contratto di apprendistato, a parità di figure professionali, tra l’artigianato e tutti gli altri settori economici». Pertanto sottoscriverà l’intesa solo se verranno apportati «correttivi al testo idonei a garantire la parità di trattamento a tutti i settori economici».
Intanto per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, «la riforma dell’apprendistato, dopo l’intesa tra Governo e Regioni, ha compiuto un altro decisivo passo avanti attraverso l’intesa con le parti sociali». Sacconi di è dimostrato fiducioso perché «con la ripresa autunnale il nuovo apprendistato diventi operativo».
A ribadire l’importanza del dialogo il vicesegretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, «è ora importante che proseguano celermente i tre tavoli concordati con il Ministero del Welfare e con le Regioni e che sono relativi a tirocini, collaborazioni a progetto e pieno utilizzo del fondo sociale europeo».
L’obiettivo della riforma dell’apprendistato, sottolinea il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy, è quello di «far entrare nel mercato del lavoro almeno 400mila giovani. Si potranno così aprire le porte per assunzioni di buona flessibilità, eliminando falsi lavori e le forme di abuso nelle collaborazioni a progetto».
Ora serve l’approvazione delle commissioni parlamentari e quindi il varo del testo definitivo da parte del Consiglio dei ministri. Ovviamente verrà sentito anche il parere delle parti sociali.