Nuovi tagli sugli incentivi alle Rinnovabili: dopo la stangata del famigerato Quarto Conto Energia, compare a sorpresa nel testo della manovra finanziaria 2011 un emendamento al decreto legge che impone tagli del 30% di «tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni».
A presentare l’emendamento, il Ministro Roberto Calderoli: previsti tagli su tutta una serie di voci della bolletta elettrica che mirano ad un risparmio del 3%.
Dunque, per capirci qualcosa in questa infinita telenovela dal sapore tutto italiano, le imprese che vorranno conoscere l’ammontare degli incentivi e delle agevolazioni spettanti per investimenti nel settore dovranno attendere l’ennesima deliberazione del Ministero dello Sviluppo che, su proposta dell’Autorità per l’energia, si esprimerà entro 90 giorni.
«Allo scopo di ridurre il costo finale dell’energia per i consumatori e le imprese, recita l’articolo 35 del decreto legge – a decorrere dal primo gennaio 2012 tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e gas naturale, previste da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30 per cento rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010».
L’emendamento è stato accolto dal CdM, nonostante associazioni di categoria e imprese siamo già sul piede di guerra, pronte a battersi nuovamente per i propri diritti. Il taglio riguarda in buona sostanza gli incentivi alle rinnovabili, gravando per l’80% sul comparto del Fotovoltaico.
Anie-Gifi, Anev, Aper e Assosolare in una nota congiuntaavevano già definito devastante l’impatto di questa misura «non solo per il settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ma per tutti i consumatori, sia industriali che domestici, che attualmente beneficiano di incentivi o sgravi che trovano copertura nella bolletta, come per esempio, il bonus sociale per indigenti, anziani e malati».
Ancora una volta, in pratica, il settore Rinnovabili cade sotto i colpi della scure di Governo. E, “strano a dirsi”, ancora una volta non può certo ringraziare il Ministro Romani, che aveva espresso parere negativo senza tuttavia riuscire a imporsi, dopo aver già gettato nell’incertezza gli investimenti delle imprese in questo ambito. Nessun cambio di tendenza, dunque, nonostante l’apparente nuovo focus del Governo sulle energie pulite a margine dell’esito disastroso del Referendum sul nucleare.
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Fonte: Manovra 2011 – Testo finale